
In Canton Ticino si riapre il dibattito sulla possibilità di consumare la canapa a scopo ricreativo
Varese, 8 febbraio 2025 – È seguito con curiosità anche dall’Italia il dibattito sul progetto pilota, che verrà discusso il mese prossimo dal Gran Consiglio ovvero il parlamento del Canton Ticino, sulla possibilità di consumare la canapa a scopo ricreativo.
Non sarà un déjà vu rispetto quel che accadde dal 1998 al 2004 quando per un vuoto normativo accompagnato dalla volontà di depenalizzare il consumo delle droghe leggere la Svizzera italiana si trasformò nella mecca dello sballo.
La vendita di cannabis come stupefacente continuava essere vietata, ma non lo erano gli altri usi e così al confine spuntarono i negozi dove marjuana e hashish erano commercializzate sotto forma di profumatori per armadi, all’interno di sacchetti di tela.
Dalla Lombardia e Nord Italia cominciò un pellegrinaggio verso i ‘Canapa shop’, se ne contavano 75 negli anni d’oro, con i clienti che consumavano la droga prima passare il confine, per evitare i controlli che avrebbero portato al sequestro e alla denuncia.
Oggi il traffico è al contrario e sono gli svizzeri a rifornirsi di droghe, leggere e pesanti, in Italia contribuendo all’esplosione dello spaccio nei boschi a ridosso del confine.
La “lezione" degli altri cantoni
Ciononostante il consumo di droghe leggere continua a rimanere un problema nella Confederazione elvetica dove ogni anno oltre 17 mila poliziotti sono impegnati a combattere un mercato che vale un miliardo di franchi. Anche per questo in alcuni Cantoni si è deciso di depenalizzare il consumo della cannabis. Anche il Canton Ticino ha deciso di affrontare la questione, dal 2023 a Basilea è possibile acquistare cannabis a uso ricreativo e i risultati positivi della sperimentazione hanno portato alcune forze politiche a formulare la proposta di estenderne il consumo a tutta la Svizzera italiana.
“Siamo un cantone di frontiera, le ripercussioni possono essere differenti. Dobbiamo testare. Dobbiamo avere dei dati. La mozione inoltre non chiede che sia l’amministrazione a occuparsene, ma delle organizzazioni scientifiche, degli esperti con dei progetti pilota - spiega Danilo Forini, consigliere del Partito Socialista - Noi vogliamo che il Cantone non faccia finta di niente, ma coordini con un ruolo attivo, per fare in modo che questa sperimentazione abbia un senso per la salute pubblica. Non si può lasciare tutto in mano al mercato nero”.
Contrari i gruppi di centrodestra che rappresentano la maggioranza all’interno dell’assemblea. “Noi non crediamo che in questo momento sia prioritario che l’amministrazione si metta a sperimentare la vendita di cannabis in Ticino, anche perché è comunque un prodotto vietato”, la posizione di Maurizio Augustoni del Centro.
La questione non è solo locale, il prossimo autunno potrebbe essere l’assemblea federale a dare il via libera alla cannabis, e questa volta in tutta la Svizzera.