
Massimiliano Biemmi a 47 anni si è confermato il boscaiolo più bravo d’Italia
Arcisate (Varese), 20 settembre 2016 - Ha appreso dal padre i segreti del taglio della legna, lavorando fin da quando era un ragazzo nei boschi della provincia di Varese. E ha trasformato un mestiere dal sapore antico in uno sport che combina forza fisica, precisione, rapidità e tecnica. Massimiliano Biemmi, 47 anni, ha vinto il Campionato italiano dei boscaioli, battendo concorrenti più giovani e i campioni provenienti dall’Alto Adige nella finale che si è disputata nella pineta di Beaulard, frazione di Oulx, sulle montagne del Piemonte.
Dopo essere salito sul podio ha deciso di ritirarsi, lasciando anche la carica di presidente della Federazione italiana boscaioli, nata nel 1996, che conta una cinquantina di iscritti in tutta Italia. «Mio padre, ora in pensione, gestiva una piccola impresa che tagliava la legna nei boschi», racconta Massimiliano Biemmi, che vive ad Arcisate, un paese tra Varese e il confine con la Svizzera. «Ho imparato da lui la tecnica - prosegue - iniziando a lavorare quando ho finito le scuole. Presto mi sono appassionato al mestiere, a 18 anni quasi per caso ho deciso di partecipare alla mia prima gara e ho vinto. Da allora non ho mai smesso di competere, anche se ho cambiato lavoro e adesso faccio il vigile del fuoco».
Il «miglior boscaiolo d’Italia» ha vinto una serie di Campionati nazionali, dal 2001 al 2012, sponsorizzati da marchi di attrezzatura per il bosco come Husqvarna e Jonsered. Il primo posto in Piemonte è la sua tredicesima vittoria in Italia. Non sono mancati i successi a livello internazionale. Lo scorso 11 settembre la Nazionale italiana di taglialegna, con Biemmi tra gli uomini di punta, ha ottenuto il quarto posto ai Mondiali in Polonia, preceduta da Bielorussia, Germania e Svizzera. In una gara si combinano resistenza fisica e velocità, utilizzando strumenti come motoseghe e accette.
I bosciaoli si sfidano in prove di abbattimento o cambio catena, sramatura, taglio con accetta e taglio combinato. Vince chi ottiene più punti. «È importante la velocità e la precisione - racconta Biemmi - non conta solo la forza fisica. Di solito mi alleno due o tre volte alla settimana, nei boschi o in un terreno attrezzato vicino a casa». Lo sport esalta la tecnica di un mestiere antico come l’uomo, che però sta scomparendo. «Ci sono sempre meno boscaioli - sottolinea - perché hanno inventato macchine in grado di tagliare le piante senza l’intervento dell’uomo. Il mestiere resiste nelle zone più impervie, in montagna, dove la tradizione è ancora forte. Nella mia vita ho tagliato centinaia di alberi - conclude - ho deciso di ritirarmi dalle gare perché sono stanco, ma continuerò a coltivare la mia passione».