Caso Lidia Macchi, a Stefano Binda 303mila euro di risarcimento per ingiusta detenzione

Il 53enne è stato assolto nel gennaio 2021 in via definitiva dall'accusa di avere ucciso la studentessa varesina. E' stato in carcere 3 anni e mezzo, tra il 2016 e il 2019

Stefano Binda

Stefano Binda

Varese, 12 ottobre 2022 -  La quinta Corte d'Appello di Milano ha accolto l'istanza di riparazione per ingiusta detenzione e ha liquidato oltre 303 mila euro a Stefano Binda, il 53enne assolto nel gennaio 2021 in via definitiva dall'accusa di avere ucciso Lidia Macchi, la giovane studentessa massacrata con 29 coltellate nel gennaio 1987 e ritrovata morta in un bosco a Cittiglio, nel Varesotto. 

 

L'ingiusta detenzione e l'indennizzo

L'uomo è stato in carcere 3 anni e mezzo, tra il 2016 e il 2019, fino al 24 luglio 2019 quando, dopo un ergastolo in primo grado, la Corte d’Appello di Milano ribaltò la sentenza; decisione confermata anche dalla Cassazione. Lo scorso maggio, in aula, aveva chiesto un "indennizzo" di oltre 350mila euro. Oggi la quinta Corte d'Appello, come è stato comunicato con una nota, ha depositato l'ordinanza riconoscendo l'ingiusta detenzione e liquidando immediatamente 303.277,38 euro a titolo di indennizzo. La sentenza di assoluzione per Binda non ha accertato "alcun fatto che, pur essendo insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'instante, attestasse comunque un comportamento gravemente colposo da parte sua", tale "da lasciare supporre agli inquirenti" che il 55enne "fosse coinvolto a pieno titolo" nell'omicidio di Lidia Macchi e, di conseguenza "dovesse essere sottoposto a custodia cautelare" si legge nell'ordinanza della quinta sezione penale della corte d'appello di Milano con la quale ha accolto l'istanza di riparazione per ingiusta detenzione proposta dalla difesa di Binda.

Le tappe giudiziarie

L'inchiesta, avocata dalla Procura generale di Milano, il 15 gennaio del 2016 aveva portato in cella Binda. Il 53enne era stato condannato all'ergastolo a Varese il 24 aprile 2018, ma la Corte milanese il 24 luglio 2019 aveva ribaltato le conclusioni e l'aveva assolto, scarcerandolo. Nel gennaio dell'anno scorso Stefano Binda era stato assolto definitivamente dall'accusa di aver ucciso Lidia Macchi

Lidia Macchi
Lidia Macchi

Chi era Lidia Macchi

Lidia Macchi, studentessa di Varese, aveva 20 anni quando è stata massacrata con 29 coltellate la sera del 5 gennaio 1987, al Sass Pinì di Cittiglio, una collinetta squallida e solitaria che accoglie tossici, prostitute, discariche abusive. Un omicidio senza colpevole. Il 27 gennaio di un anno fa la Cassazione ha reso definitiva l’assoluzione con formula piena di Stefano Binda, una laurea in filosofia, per due anni compagno di liceo classico di Lidia e come lei militante di Comunione e Liberazione. Trentacinque anni senza un colpevole e senza pace per la mamma di Lidia, Paolina Bettoni, 80 anni, che dalla sera della tragica scomparsa chiede giustizia per sua figlia.