LORENZO CRESPI
Cronaca

Varese, bimba di 6 mesi salvata dopo delicato intervento

I genitori: "La nostra Giulia nata due volte"

La famiglia al completo

Varese, 1 maggio 2019 - Un anno fa all’ospedale Del Ponte di Varese è stata istituita la struttura complessa di Chirurgia pediatrica, dove sono stati eseguiti con successo in pochi mesi già tre interventi di lobectomia polmonare toracoscopica. Si tratta di uno degli interventi più delicati e difficili, e richiede una grande precisione e abilità tecnica oltre a comportare un altissimo rischio intraoperatorio. L’ultimo dei tre interventi si è svolto meno di un mese fa, sulla piccola Giulia, una bimba di soli sei mesi. Il problema al polmone destro della bambina è emerso quando era ancora in gestazione.

In occasione dell’ecografia morfologica eseguita al quinto mese di gravidanza all’ospedale di Tradate la ginecologa ha notato che c’era qualcosa che non andava, e il giorno successivo un ulteriore esame eseguito al Del Ponte ha confermato la presenza di una cisti. Giulia presentava una malformazione adenomatoide cistica polmonare, ovvero una lesione da tenere monitorata durante la gestazione e da asportare dopo la nascita per evitare l’insorgenza di problemi gravi. Un team multidisciplinare ha dunque accompagnato la bimba al parto, avvenuto lo scorso 2 ottobre.

«Ogni due settimane – racconta mamma Denise – mi sottoponevo a un’ecografia morfologica di secondo livello, per verificare la crescita della piccolina e, parallelamente, della cisti». Una piccola parte dei neonati affetti da questa malformazione ha difficoltà a respirare fin dalla nascita, ma questo non è stato il caso di Giulia, una bella bimba rosea e affamata. «Il problema però c’è e non va sottovalutato – spiega il dottor Valerio Gentilino, direttore della Chirurgia pediatrica – anche se la bimba appare sana intervenire è fondamentale». Se trascurata questa malformazione può esporre i polmoni a gravi infezioni e degenerare negli anni in una forma tumorale aggressiva.

La piccola è stata quindi sottoposta a due accertamenti chiave: una risonanza magnetica nel primo mese di vita e una Tac con mezzo di contrasto tra i due e i tre mesi. È stato quindi programmato l’intervento, che dura circa tre ore e richiede una lunga preparazione anestesiologica. Si tratta nel concreto di asportare il lobo medio del polmone destro in toracoscopia, una tecnica mini-invasiva che richiede una particolare competenza tecnica da parte del chirurgo, ma al tempo stesso favorisce il decorso post chirurgico.

In sala operatoria sono entrati per primi gli anestesisti, a cui spettava il compito di sedare, intubare e anestetizzare la bimba. Il dottor Luigi Andrea Ambrosoli e il suo staff hanno eseguito nell’occasione una nuova tecnica anestesiologica periferica con l’ausilio dell’ecografia che ha permesso un ottimo controllo del dolore e un decorso postoperatorio eccellente favorendo una dimissione in tempi record. A rendere particolarmente rischioso l’intervento l’area delicatissima in cui il chirurgo deve operare, così vicina al cuore e all’aorta. «E in un bimbo di sei mesi, tutto è ancora più complicato – aggiunge il dottor Gentilino – le distanze sono millimetriche».

L’attesa in Pediatria non è stata facile per i genitori: «Io e mio marito abbiamo accompagnato Giulia in sala operatoria alle otto – racconta mamma Denise – sapevamo che il rischio era altissimo, è stato un momento difficile, ma avevo la certezza che stavo facendo la cosa giusta: la stavo affidando a professionisti che – lo sentivo, quasi istintivamente – meritavano la mia fiducia».

Poche ore dopo Gentilino e Ambrosoli entrano in reparto. «Ho guardato in faccia il chirurgo – racconta papà Mattia – e ho notato subito che sorrideva. Ho ricominciato a respirare!». La prima a rivedere Giulia appena fuori dalla sala operatoria è la mamma. Il giorno dopo viene tolto il drenaggio e la piccola è già pronta a tornare a casa.