Minacce e "clima d'odio", Attilio Fontana sotto scorta

Volantini intimidatori e messaggi sul web, la decisione della Prefettura di Varese. Il governatore: "Non è una mia richiesta"

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Varese, 27 maggio 2020 - Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è stato messo sotto scorta dalla Prefettura di Varese, città in cui risiede di cui è stato sindaco per due mandati, dal 2006 al 2016. La misura, attiva già da due giorni, è stata decisa dopo che "il clima intorno al governatore lombardo si è fatto incandescente", con due murales a Milano cui viene apostrofato come "assassino", volantini intimidatori a firma dei Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo) e minacce sul web.

La notizia è stata confermta dallo stesso governatore con un post sul suo profilo Facebook.  "Sottolineo che non si tratta di una richiesta -scrive Fontana - ma di una decisione posta in essere dalle autorità competenti. Per me non cambia nulla, il mio lavoro prosegue con la stessa determinazione di sempre. Per il bene dei lombardi e della Lombardia". Il governatore ha quindi raccontato che "in famiglia l'hanno presa con un pò di preoccupazione. Nelle ultime settimane - ha constatato - è stato sparso tanto veleno per scopi politici. Presto probabilmente ci sarà una chiacchierata con i magistrati"

A seguire Fontana, quindi, adesso c'è anche un'auto di scorta con un agente, che configura un provvedimento "di quarto livello". Al centro degli attacchi la contestata gestione della crisi sanitaria regionale per il Covid-19 da parte del governatore e della sua Giunta. L'avvocato Jacopo Pensa, legale di Fontana,  sta preparando un dossier da presentare in Procura sulle frasi denigratorie ricevute dal suo assistito, tra le quali ci sarebbero anche esplicite minacce di morte. 

Numerosi i messaggi di solidarietà al governatore lombardo. "Una decisione che mi rattrista molto perche' testimonia un clima pesante nel nostro Paese", ha scritto in una nota il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. E ha proseguito: "Voglio dare tutta la mia vicinanza al presidente perche' chi subisce minacce, pressioni, insulti, come leggo in queste ore anche per altri, non solo esponenti politici, ha bisogno di vicinanza e sostegno, di dialogo e di confronto, di non essere mai isolato, di non avere il vuoto intorno".

"Solidarietà al governatore Fontana a cui e' stata assegnata la scorta a causa delle minacce ricevute nelle ultime settimane",  ha detto Gianluca Comazzo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. E ancora: " Agli antagonisti e ai fanatici del web e' inutile rivolgersi; spero pero' che dopo questa notizia alcuni esponenti politici affrontino il dibattito pubblico con minore spregiudicatezza, mettendo da parte le polemiche pretestuose prodotte a uso e consumo dei media". "Attilio Fontana - ha proseguito - è' una persona corretta e capace, che si e' trovata ad affrontare un'emergenza di proporzioni enormi. La politica dia prova di responsabilita': alzare i toni e sferrare attacchi ad personam puo' portare a derive pericolose".

Dal Movimento 5 stelle il capogruppo Marco Fumagalli, "esprime vicinanza al Presidente Fontana per le minacce ricevute. La violenza non ha mai risolto nulla mentre invece il dialogo, la condivisione e la tolleranza sono gli elementi su cui basare ogni azione politica". Tornando in maggioranza "massima solidarieta'" a Fontana anche da Viviana Beccalossi del gruppo misto, che si è detta "certa" di identico sentimento della maggioranza dei lombardi. "Le minacce di morte, i processi sommari e le scritte 'assassino' sui muri, poi fieramente rivendicate dagli autori con tanto di conferenze stampa, sono la conferma di un clima d'odio sempre piu' forte. Costringere chi governa la Lombardia a vivere sotto scorta significa dare ragione a chi emette sentenze sui social network e tutto questo e' inaccettabile".

Mentre dal segretario Pd lombardo Vinicio Peluffo è arrivata una dura replica: "Nell'esprimere massima solidarietà al presidente Fontana per essere stato messo sotto scorta insieme ad altri esponenti politici come la Ministra Azzolina, non possiamo che ricordare che è la Lega il partito che regolarmente usa i social per diffondere contenuti carichi di odio e violenza. Quindi non prendiamo certo lezione di democrazia e correttezza istituzionale da chi milita nella Lega. O da un esponente come Grimoldi che ha ordinato di calpestare lo statuto di Regione Lombardia, affossando la commissione regionale d'inchiesta sull'emergenza sanitaria". "Inoltre, per informazione, ricordiamo a Grimoldi che le sue dichiarazioni sono passibili di querela. Quindi chieda scusa o si difenda, preparandosi però a rinunciare all'immunità parlamentare", ha aggiunto Peluffo.