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Un presidio contro l’aeroporto Malpensa Berlusconi: in piazza anche Pd e 5 Stelle

Lunedì 15 luglio sotto la sede della Regione Lombardia andrà in scena una manifestazione per protestare contro l’intitolazione dell’hub lombardo al Cav. “L'incarnazione dell'Italia peggiore”

Annunciata una protesta per lunedì 15 luglio sotto alla sede della Regione Lombardia per protestare contro l'intitolazione dell’aeroporto Milano Malpensa a Silvio Belrusconi

“No aeroporto Berlusconi. Scendiamo in piazza” è il titolo della manifestazione organizzata per lunedì alle 18 sotto la sede di Regione Lombardia per protestare contro l'intitolazione all'ex premier dello scalo di Malpensa. Hanno aderito all'appuntamento, fra gli altri, Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Giovani Democratici, Sentinelli, Arci e Cgil che ha anche lanciato una raccolta firme per chiedere che Malpensa sia dedicato a Carla Fracci. “Siamo fra quel pezzo di Paese che ha sempre considerato Silvio Berlusconi l'incarnazione dell'Italia peggiore - hanno scritto sui social i Sentinelli motivando la loro partecipazione -. Da ogni punto di vista. Etico, culturale e politico e un tale riconoscimento umilia chi crede nei valori dell'onestà, della trasparenza e del rispetto verso le donne”.

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Un tema che sta dividendo la Lombardia e l’Italia intera e su cui è tornato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala: “Anche il più disattento cittadino capirebbe che l’intitolazione di Malpensa a Berlusconi è un atto puramente politico”, scrive sul suo profilo Instagram. “E ora abbiamo conferma che questo atto è un’iniziativa del presidente di Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile), un ente tecnico che di politico non dovrebbe avere niente (tra l’altro, se Enac vuole fare politica, che garanzia avranno i gestori degli aeroporti italiani, verranno forse penalizzati quelli che fanno riferimento ad amministrazioni di centrosinistra?). Anche se so benissimo che in questa faccenda giuridicamente posso far poco, continuerò a far sentire la mia voce. Perché credo nei valori che mi hanno portato ad essere sindaco di Milano. E perché non voglio che gli insulti che mi arrivano tramite i social, le provocazioni del vice presidente del Consiglio (“pensi a tagliare l’erba a Milano invece che a Berlusconi”) o le affermazioni gratuite dello stesso presidente di Enac (che mi da pubblicamente dell’ipocrita) abbiano la meglio sulla mia volontà”