
Beppe Bergomi
Milano - Quando Beppe Bergomi giocava la massima competizione europea per club il nome era ancora quello di Coppa dei Campioni. Oggi è apprezzato commentatore tv, lo "Zio".
Cosa spinge questi 12 club alla scissione? "Penso che sia una questione economica. Gli investitori sono quasi tutti stranieri, sia le proprietà di Milan e Inter ma anche molte delle inglesi. Si sono stancati di perdere soldi e pensano che attraverso questa Superlega si possa arrivare a qualcosa di diverso".
Basteranno i cinque posti garantiti fuori da quelli bloccati a garantire una meritocrazia? "Il discorso è difficile. In questo momento, se penso alla Lazio o all’Atalanta che stanno cercando di fare il proprio percorso, è ingiusto. Quel che non ho capito è quali sono i criteri per quei cinque posti. Faccio il parallelo con il basket italiano: chi vince il campionato non va diretto in Eurolega a meno che non vinca l’Eurocup. Tifo Olimpia Milano ed è chiaro che mi fa piacere vederla giocare sempre con le più forti, però mi piacerebbe vedere merito sul campo".
Il campionato italiano perderà appeal? "Un po’ sì perché chi farà la Superlega si concentrerà molto su quella, però in teoria ci saranno altre competizioni europee e si giocherà comunque per andarci".
Era così necessario questo passo per i grandi club? "Si può fare calcio anche attraverso le idee. Non sbagliando gli acquisti. Non dando determinati soldi a tutti i giocatori. Prendo esempio dal Bayern Monaco: vince sempre e quindi è più facile per loro avere introiti, tant’è che per ora sono rimasti fuori dalla Superlega, ma va riconosciuto che in Germania lavorano meglio di noi in linea generale".
Questi club rimasti fuori rischieranno di perdere i giocatori che vorranno confrontarsi con Real o Barcellona? "Ora la Superlega diventa il torneo di riferimento. Ci vorranno andare tutti e chi non ce la farà ci rimarrà male. Bisogna capire se e quando prenderà piede".