MATTIA TODISCO
Sport

Sulle spalle di Thuram. La grande sfida di Marcus: "Gioco contro i miei amici. Per me vale ancora di più»

L’attaccante alla prima volta nell’ultimo atto della massima competizione europea "Nel PSG tanti compagni di nazionale: non sono sorpreso di ritrovarli a Monaco. Scudetto? A Como ero triste, però ora basta pensarci: c’è un trofeo da vincere". .

L’attaccante alla prima volta nell’ultimo atto della massima competizione europea "Nel PSG tanti compagni di nazionale: non sono sorpreso di ritrovarli a Monaco. Scudetto? A Como ero triste, però ora basta pensarci: c’è un trofeo da vincere". .

L’attaccante alla prima volta nell’ultimo atto della massima competizione europea "Nel PSG tanti compagni di nazionale: non sono sorpreso di ritrovarli a Monaco. Scudetto? A Como ero triste, però ora basta pensarci: c’è un trofeo da vincere". .

APPIANO GENTILE (Como)

La stazza imponente annuncia l’arrivo di Marcus Thuram da lontano. Un gigante che sorride, con i compagni e le persone che lavorano ad Appiano Gentile. Appena però si accendono le luci rosse del “rec“ in camera, lo sguardo si fa serissimo, le risposte diventano secche, non per forza diplomatiche ma col tono fermo. Non si scherza più, si ride giusto nel momento in cui, nella conferenza stampa del Media Day Uefa che apre la settimana di avvicinamento alla finale di Champions League, all’attaccante viene chiesto del rapporto con il padre Lilian. "Se lo sentirò prima della finale? Veramente lo sento tutti i giorni... È un padre molto presente".

Sovente si è visto Thuram senior in tribuna al Meazza, l’anno scorso era anche in campo durante i festeggiamenti per il ventesimo scudetto. A maggior ragione potrebbe esserci a Monaco di Baviera in occasione della sfida al Paris Saint-Germain, un confronto che per Thuram ha un gusto particolare. "Per me vale anche di più perché gioco contro dei ragazzi con cui sono cresciuto e che conosco benissimo, sono compagni di nazionale. Speriamo ovviamente di vincere noi...", racconta davanti a una folla di giornalisti in sala stampa. "Dopo Como - prosegue - ero più triste che arrabbiato. Potevamo vincere lo scudetto, ma ora inizia una nuova settimana e abbiamo una partita molto importante davanti. Io e Lautaro? Giocargli accanto sarebbe facile per chiunque. Sono felice di condividere il campo con lui e gli altri compagni di reparto", aggiunge cercando di non lasciare indietro nessuno. Non risparmia elogi quando si parla di Arnautovic, agli ultimi mesi di contratto con la società e che quest’anno ha vissuto un paio di mesi di ottima forma, prima di essere frenato dai soliti guai alla schiena. "È un uomo spogliatoio. Aiuta tutti e ci ha dato una grande mano anche quando io e Lautaro eravamo infortunato. Per me è come un grande fratello, è una figura importante per la mia crescita". Gli acciacchi citati hanno frenato non poco il giocatore nella seconda parte della stagione. "Il rendimento - risponde - non è stato buono come nella prima, ma l’importante è l’Inter e abbiamo un’ultima partita da giocare per vincere un grande trofeo". In realtà, se in campionato Thuram ha faticato nel girone di ritorno, in Champions League la sua presenza è stata determinante. Inoltre, pensare a quanto lasciato per strada non è il modo migliore per affrontare l’appuntamento alle porte. "Lo Scudetto è passato, congratulazioni al Napoli - analizza il centravanti - Abbiamo imparato tante cose in questa stagione, ma una volta cominciata la finale non devi pensare a partite come quella recente con la Lazio. Devi giocare con leggerezza, ricordandoti cosa hai fatto bene e cosa male. Abbiamo questa partita e personalmente non è una sorpresa trovare di fronte il Paris Saint-Germain. Hanno un grande allenatore e grandi giocatori, sono una delle più forti squadre in Europa oggi".

In ogni caso, secondo Thuram, non si può parlare di rivincita dopo la sconfitta di due anni fa contro il Manchester City a Istanbul. "Non è una rivincita perché - spiega ancora l’attaccante - non giochiamo contro il City ed è un’altra competizione. Non dobbiamo pensare a due anni fa, dobbiamo fare il nostro gioco come sempre". Una manovra che, nelle gare in cui il numero 9 è rimasto appiedato da fastidi fisici, ha mostrato una certa dipendenza da Thuram, forse ancor più che da Lautaro Martinez. Nel vedere tutto il gruppo a disposizione, “ThuLa“ compresa, ieri Inzaghi ha tirato un sospiro di sollievo.

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