GIULIO
Sport

(S)punti di vista. Gruppo stanco mentalmente e coi soliti titolari

Mola La premessa è doverosa: il successo dell’Udinese a San Siro contro l’Inter è stato meritato. Quel che non si...

Mola La premessa è doverosa: il successo dell’Udinese a San Siro contro l’Inter è stato meritato. Quel che non si...

Mola La premessa è doverosa: il successo dell’Udinese a San Siro contro l’Inter è stato meritato. Quel che non si...

Mola

La premessa è doverosa: il successo dell’Udinese a San Siro contro l’Inter è stato meritato. Quel che non si capisce è la metamorfosi nel giro di 6 giorni, come se il 5-0 al Torino al debutto in campionato avesse addormentato domenica sera i nerazzurri. Almeno per un tempo e nonostante il gol di Dumfries che sembrava poter spianare la strada al secondo successo di fila. E invece no: gli uomini di Runjaic non si sono scomposti e si sono subito rialzati, giocando a calcio. Consapevoli dei propri limiti, ma anche con allegria e spensieratezza. L’Udinese ha dato la caccia agli episodi, catturandone un paio: il rigore di Davis dopo “leggerezza“ proprio di Dumfries e destro “pettinato“ di Atta (2003), colpevolmente lasciato libero di tirare da Bisseck. A nulla è servito l’arrembaggio dell’Inter nel secondo tempo: corner, mischie, cross, gol di Dimarco annullato per fuorigioco di Thuram, rari – ma non banali – contropiedi degli avversari. Poco Calhanoglu, sostituito; ma pure scarsa lucidità e mira difettosa. Chivu ha ritoccato il modulo schierando tutta l’artiglieria pesante (Lautaro, Thuram, Pio e Bonny) in un inedito 4-2-4. Ma i vicecampioni d’Europa hanno continuato a sbattere sulla muraglia dei friulani.

Non c’è da essere catastrofici perché siamo solo alla seconda giornata di campionato, ma alcune considerazioni vanno fatte. Intanto si è capito perché il signor Lookman sarebbe servito a questa squadra. Almeno un titolare di alto livello in un gruppo dove era necessario voltar pagina, cambiare 3-4 pedine base anche alla luce di alcuni screzi di mezza estate. Vero, almeno ieri è arrivato Akanji, però finora hanno giocato sempre i soliti gestiti da un allenatore nuovo, capace e coraggioso ma inesperto (tornato all’Inter come fosse un parafulmine dopo la fuga di Simone Inzaghi). La verità è che, al di là della “manita“ al debutto, l’Inter sembra stanca soprattutto di testa, e c’è da chiedersi se questo gruppo abbia davvero ancora energie mentali prima che fisiche per regggere su più fronti, ad altissimi livelli. Si vedrà. Intanto il 13 settembre, dopo la sosta, c’è Juventus-Inter. Qualcosa in pù di un derby d’Italia.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su