
Questa è la storia di un papà-tifoso come tanti reduce da una brutta esperienza che ha coinvolto un altro baby calciatore di soli 15 anni. "Mio figlio era, anzi è tesserato per una importante scuola calcio di Milano, una di quelle che si vanta di valorizzare i giovani e seguirli con attenzione. Peccato non sia vero. Mio figlio non è stato confermato, ma questo ce lo aspettavamo visto che aveva giocato pochissime partite, come secondo portiere. Così nella seconda metà di maggio ho chiesto al ds il nullaosta per andare in una società del campionato provinciale in cui mio figlio ha alcuni amici. Voleva solo ricominciare a giocare le amichevoli e divertirsi. Nessun conflitto con la società per cui è tesserato. Il ds mi assicurò che avrebbe dato il nullaosta subito, poi la segretaria del club mi ha comunicato che le era stato detto di aspettare. Vengo a sapere da una terza persona che proprio in quei giorni c’era stata una “trattativa“ dove il ds chiedeva una contropartita all’altra società per concedermi il nullaosta. A quel punto ho sentito il presidente della nostra scuola calcio che invece di prendere provvedimenti si è rivolto malamente dicendomi che non concederà nessun nullaosta fino al 30 giugno. Trovo questi comportamenti di una bassezza morale incredibile. Uno squallido mercato delle vacche, con trattative fatte sulla pelle di un ragazzino che non si vuole più...". G.M.
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