
Alle ore 20.30 l’Olimpia Milano ritroverà la Virtus Bologna in EuroLeague. Alle spalle, la finale Scudetto conquistata dai biancorossi, ma anche lo 0-2 della passata stagione europea. In un confronto che segna il punto più alto del basket italiano, Hugo Sconochini è uno degli spettatori più illustri.
Argentino di Canada de Gomez, il classe 1971 ha legato il suo nome ad entrambi i club. Con l’Olimpia Milano mosse i primi passi ad altissimo livello, nel biennio 1993-1995, albori dell’era Stefanel. Con la Virtus, tra il 1997 e il 2001, vinse due Scudetti, due Coppe Italia e e soprattutto due EuroLeague. Prima di tornare proprio a Milano per un biennio dal 2002 al 2004.
Olimpia e Virtus arrivano al match in un modalità ben differenti...
"Le classifiche parlano chiaro. La Virtus sta andando molto bene su entrambi i fronti, con un percorso che ad oggi non ha incontrato grossi ostacoli. La squadra pare aver trovato energia extra nel cambio in panchina, anche grazie ad un roster non così diverso dalla passata stagione".
L’Olimpia Milano invece è in crisi, il ko con Scafati è stato solo l’ultimo di una serie di prestazioni negative. Perchè?
"E’ un argomento delicato. La squadra pare in confusione, non sembra avere le idee chiare. I giocatori non paiono sicuri nel fare determinate cose. Ma, chiaramente, questa è solo la mia visione esterna. Non posso conoscere le dinamiche interne, né posso esprimermi in tal senso".
Cosa rappresenta questa sfida per il nostro movimento?
"Vedere organici del genere, con ambizioni europee, è segnale di come il livello della LBA si sia alzato. Io ho avuto modo di giocare per entrambe, l’orgoglio è tanto. Con la Virtus ho conquistato il massimo trofeo, e se dopo in Italia non ci è più riuscito nessuno questo conferma la difficoltà della manifestazione".
Oggi, nell’occhio del ciclone, c’è Ettore Messina. Presidente e allenatore di una squadra in crisi.
"Ci ho lavorato per alcuni anni, molto importanti per me. E’ un coach esigente, che cura il dettaglio, di grandissima preparazione. Ecco, a volte in situazioni complesse non è tecnico da darti una pacca sulla spalla. C’è competenza, sapere, grande gestione del gruppo e dei potenziali, ma a volte bisogna confrontarsi anche con le persone".
Quali saranno i giocatori chiave?
"Non parlerei di singoli. Certo, per Milano c’è Shavon Shields, che è il giocatore che ha più palla in mano. Ma andrei oltre. L’Olimpia ha un gioco d’insieme troppo lento. Credo che l’Olimpia dovrà correre, intasare l’area per rallentare la manovra avversaria".