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Prandelli molla la Fiorentina: "La mia carriera di allenatore può finire qui"

Il tecnico bresciano, ex ct della Nazionale, ha comunicato il suo addio con una lettera aperta ai tifosi

Cesare Prandelli

Brescia - Cesare Prandelli lascia la Fiorentina. L'allenatore bresciano ha comunicato le sue dimissioni alla proprietà questa mattina alla proprietà. Domenica sera i viola avevano perso in casa contro il Milan 2-3, subendo la rimonta rossonera firmata Diaz-Calhanoglu.

"Questo calcio non fa più per me"

Prandelli ha motivato la sua scelta con una lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale della Fiorentina. Alla base della sua decisione non ci sarebbero contrasti con la società, ma motivi strettamente personali. "E' la seconda volta che lascio la Fiorentina - scrive l'allenatore - La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina". In un altro passaggio Prandelli si lascia sfuggire parole che sembrano rivelare la decisione di tagliare del tutto i ponti con il mondo del calcio. "Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne - scrive - Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono".

Dallo scritto dell'allenatore nativo di Orzinuovi emerge con chiarezza la lacerazione che ha portato alla scelta di troncare il rapporto con la società guidata da Rocco Commisso. "Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme - seguita il tecnico - In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall`entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me".

Il saluto della società

In 20 partite alla guida della Fiorentina, da novembre ad oggi,  Prandelli ha totalizzato 21 punti. Lascia una squadra quintultima a quota 29 alla pari con Spezia e Benevento e con un margine di sette punti di vantaggio sulla zona retrocessione, ma con la necessità di guardarsi dietro le spalle. Al suo posto dovrebbe rientrare alla base Beppe Iachini, esonerato a novembre dopo un avvio di stagione con 8 punti in 7 partite, frutto di due vittorie, altrettanti pareggi e tre sconfitte. "La Società viola con enorme dispiacere ha accolto la richiesta del tecnico comprendendone le ragioni, che vanno oltre il calcio giocato - si legge in una nota del club - Cesare Prandelli è l'allenatore e l'uomo che in questi mesi ha dato tutto se stesso dimostrando, ancora una volta, il profondo legame e affetto che lo lega alla città di Firenze e alla Fiorentina. Il presidente Commisso, la dirigenza, la squadra e tutto il popolo viola ringraziano Cesare  Prandelli, augurandogli di ritrovare al più presto la serenità e le energie necessarie per ottenere le migliori fortune per il suo futuro umano e professionale".

La carriera fra campo e panchina

Cesare Prandelli, nato a Orzinuovi, in provincia di Brescia, nel 1957, ha alle spalle anche importanti trascorsi di calciatore. Centrocampista di buon dinamismo, ha indossato le maglie di Cremonese, Atalanta e Juventus, squadra con cui ha vinto tre scudetti, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni e una Supercoppa europea. Ma è in panchina che si è accattivato le simpatie del grande pubblico, facendosi apprezzare per la bontà delle sue idee ma anche per il carattere schietto e bonario. Fra le squadre allenate il Parma, la Roma, la Fiorentina per due volte e il Genoa. All'estero si è seduto sulle panchine di Galatasary (Turchia), Valencia (Spagna) e Al Nasr (Emirati Arabi Uniti), esperienze meno fortunate rispetto alle vicende italiane. Fra il 2010 e il 2014 è stato il commissario tecnico della Nazionale. In azzurro ha raggiunto la finale degli Europei 2012 (persa con la Spagna 4-0) ma ha chiuso con un Mondiale negativo, uscendo al primo turno in Brasile nel 2014. Da allenatore ha vinto per due volte la panchina d'oro.