MATTIA TODISCO
Sport

Nicoli, la sfida sul ring. Diretto azzurro per Parigi: "La finale al preolimpico e avrò i Giochi in pugno»

A marzo il torneo a Busto Arsizio. La milanese: "Tokyo? Sono più matura di allora"

Diretto azzurro per Parigi: "La finale al preolimpico e avrò i Giochi in pugno"

La scintilla è scattata otto anni fa. Una ragazzina che faceva tuffi, nella Milano in cui è nata. La vita la porta a Pavia, dalla città alla provincia. Impossibile proseguire con trampolini e piattaforme e allora Rebecca Nicoli, classe ’99, coi 17 anni in cui mescola rabbia e grazia, fa la scelta di affidare il suo istinto per lo sport alla nobile arte del pugilato. Un carpiato, vista da fuori, se non fosse che la ragazzina ha idee dirette come un jab e le esprime da subito al maestro Gianni Birardi, al momento del primo incontro: "Dove voglio arrivare? Io voglio vincere l’oro olimpico". Comincia presto la scalata: in pochi mesi conquista un titolo italiano Youth nei 69 kg e qualcuno nell’ambiente comincia a pensare che quel sogno non sia più la “sparata” di una volitiva ragazzina. Nel frattempo è scesa ai 60 kg, categoria in cui ha disputato i Giochi di Tokyo. Niente medaglia, ma vuole riprovarci. Ha da poco sbaragliato la concorrenza agli Assoluti dello scorso dicembre.

Soddisfatta?

"Sì, ma ero tranquilla perché ho fatto un anno molto intenso: 13 vittorie su 14 match. Non c’erano atlete che mi preoccupavano e al di là del risultato sono state buone anche le prestazioni".

Cosa prevede adesso il programma?

"Il 30 gennaio dovrei partire per la Spagna, dove affronterò un primo torneo, poi ci sarà un training camp con le migliori squadre europee, quindi la qualifica olimpica".

Col vantaggio di essere in casa.

"A Busto Arsizio, dal 4 all’11 marzo. È l’obiettivo principale a breve termine. Sono carica, non vedo l’ora. Ho tutte le carte in regola per far bene. Le due finaliste strapperanno il pass olimpico. Dopo ci sarà un’altra opportunità per volare ai Giochi, a giugno, ma spero di non doverci arrivare".

Con che ambizioni ti avvicini a Parigi 2024?

"Intanto, sperando di andarci, con un avvicinamento migliore rispetto a quello di Tokyo. L’Olimpiade sarà diversa perché in Giappone non si è sentita l’aria della rassegna a cinque cerchi. I palazzetti erano vuoti. È stata un’edizione anomala, vivrò eventualmente questa un po’ come fosse la prima".

La condizione fisica è in linea con le aspettative?

"Io vengo da un grosso infortunio al polso che ho smaltito nel corso dei mesi, è stato difficile riprendere confidenza. Ora mi basta combattere".

Tre anni in più d’esperienza rispetto a Tokyo 2021 possono aiutare...

"Sicuramente. Anche a livello di tecnica, di tattica, sento di avere maggiori possibilità. Si cresce e si matura. Ho 24 anni, a 21 era diverso".

Qualche rimpianto per l’eliminazione patita nel 2021?

"Sinceramente penso non ci sia stato un giudizio corretto nella seconda ripresa, mentre era giusto assegnare la prima all’avversaria. Dopodiché mi sono rotta il polso... La mia rivale irlandese, Kellie Anne Harrington, ha poi vinto l’oro e successivamente mi ha invitata a fare un allenamento. Vuol dire che in ogni caso è rimasta la stima per quanto ho fatto vedere in quel match, prima di farmi male".

Come sta il movimento pugilistico italiano oggi?

"Alcuni risultati recenti sono stati favolosi. Abbiamo vinto ori sia ai Mondiali che agli Europei, nel maschile e nel femminile. Stiamo venendo fuori".

C’è la possibilità di vederti tra i professionisti in futuro?

"Dopo i Giochi, se capiterà l’occasione giusta, potrei anche scegliere di seguire entrambi i percorsi, visto che ora c’è questa possibilità. Una volta dovevi abbandonare il gruppo sportivo, era rischioso e infatti in molti hanno rinunciato".

Passo indietro: perché il pugliato?

"Facevo tuffi a Milano, ci siamo trasferiti a Pavia e mi sono fermata. Avevo preso peso, mia madre ha trovato un volantino di una palestra e ho deciso di provare. Pochi mesi dopo ho vinto già un titolo italiano...".

Milano ti manca?

"Tantissimo. Ho casa a mezz’ora dalla città, ma di fatto noi azzurri viviamo ad Assisi, dove facciamo preparazione. Purtroppo Milano non ha mostrato grande vicinanza al pugilato finora".