GIULIO MOLA
Sport

L’Alcione fissa gli obiettivi. Orange con le idee chiare: "Stadio di proprietà subito e la serie B entro tre anni»

Il presidente Giulio Gallazzi presenta la nuova stagione e parla del futuro del club "L’interesse della Red Bull? Sento tanta gente, ma ora la società non è in vendita". Si punterà sui ragazzi del vivaio. E la Banca del Fucino rinnova la sponsorizzazione.

Il presidente Giulio Gallazzi presenta la nuova stagione e parla del futuro del club "L’interesse della Red Bull? Sento tanta gente, ma ora la società non è in vendita". Si punterà sui ragazzi del vivaio. E la Banca del Fucino rinnova la sponsorizzazione.

Il presidente Giulio Gallazzi presenta la nuova stagione e parla del futuro del club "L’interesse della Red Bull? Sento tanta gente, ma ora la società non è in vendita". Si punterà sui ragazzi del vivaio. E la Banca del Fucino rinnova la sponsorizzazione.

Progetto stadio di proprietà, campionato di livello e valorizzazione dei giovani. Sono tre gli obiettivi scanditi a chiare lettere dal presidente Giulio Gallazzi al “battesimo“ della nuova stagione dell’Alcione, fra l’entusiasmo dei calciatori in maglia “Orange“ che da due giorni sudano sui campi di via Olivieri sotto lo sguardo vigile del tecnico Giovanni Cusatis e le grandi aspettative di una Proprietà che guarda con ottimismo verso il futuro. Solo la settimana scorsa è stato rinnovato l’accordo di sponsorizzazione (terzo anno consecutivo) con Banca del Fucino, "una sinergia che ha accompagnato la crescita dell’Alcione dallo storico ingresso nel calcio professionistico fino al consolidamento della realtà meneghina che avvia un nuovo ciclo ancor più ambizioso", ora la società, all’alba del secondo campionato in serie C punta decisamente verso l’alto. E lo dice senza troppi giri di parole anche il patron Gallazzi: "Sarà un anno di grandi sfide in cui vogliamo alzare l’asticella. Per noi mister Cusatis è più di un allenatore: ha preso l’Alcione in D e lo ha portato fra i professionisti".

La squadra è un cantiere aperto con basi solidissime, il direttore sportivo Matteo Mavilla è al lavoro da tempo (ieri sono stati annunciati Jonathan Pitou e Giulio Scuderi, "Il mercato è sempre aperto e si può ancora migliorare, ma facciamo tutto con pazienza sapendo che oggi c’è ancora più voglia di venire all’Alcione", spiega il ds), ma c’è un obiettivo che verrà ufficializzato a brevissima scadenza e che sta a cuore del numero uno della terza squadra di Milano: "Il progetto dello stadio di proprietà è avviato da tempo, sorgerà ad un tiro di schioppo da San Siro. Gli accordi sono gia definiti con il comune dell’hinterland che ci “ospiterà“, la settimana prossima dovrebbe arrivare il comunicato. Orgoglio e soddisfazione nelle parole di Gallazzi: "Quando metteranno mano a San Siro il nostro gioiellino sarà il primo stadio di Milano - sorride -. Sicuramente ci spingerà verso altri obiettivi, ovvero tentare in tre anni il salto nella serie superiore. Ecco, queste sono le ragioni per cui ci aspetta anno importante...".

Pausa. E qualche dettaglio in più sull’impianto di proprietà. "E’ stato un iter complesso, approfondendo lo strumento della partnership pubblico-privato. Abbiamo studiato varie formule e cercato delle opportunità nella cintura di Milano. Quando ho provato a fare qualcosa nel capoluogo, informandomi sul centro sportivo Carraro al Gratosoglio, sono nati immediatamente i comitati di quartiere per protestare. Un po’ come era accaduto nel 2024 per l’ipotesi arena Civica, anche se in quel caso ci furono ragioni di “ordine pubblico“. Comunque per fortuna è nato un diverso progetto di studio con un’altra amministrazione comunale che ci ha accolto a braccia aperte. Speriamo fra febbraio e marzo del 2026 di cominciare i lavori, perché vorremmo finire il campionato in casa nostra. Nel frattempo giocheremo sul campo della Pro Sesto che ringrazio per l’ospitalità".

Capitolo a parte meritano le voci sul possibile interesse di nuovi soci per l’Alcione (nelle scorse settimane si sarebbe fatta avanti anche l’attuale proprietà del Psv Eindhoven, ndr), visto che autorevoli fonti finanziarie hanno accostato Red Bull agli “orange“: "Ammetto che l’Alcione attira l’attenzione di importanti realtà - ribadisce Gallazzi -, anche perché Milano ha una grande tradizione. Le chiacchierate sono state tante, persino con una famiglia italo-statunitense proprietaria di un club di football americano. Ma a tutti ho risposto alla stessa maniera: "Non voglio vendere l’Alcione, ora pensiamo allo stadio proprieta ed eventualmente dopo la promozione in B si potrebbe discutere. Ma ad oggi siamo aperti solo a nuovi soci per quote di minoranza".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su