MATTIA TODISCO
Sport

Lautaro Martinez: Capitano e Leader dell'Inter nonostante la Sconfitta in Finale di Champions

Lautaro Martinez, capitano dell'Inter, riflette sulla sconfitta in finale di Champions contro il PSG e guarda al futuro.

Lautaro Martinez sfila a testa bassa di fianco al trofeo della Champions League

Lautaro Martinez sfila a testa bassa di fianco al trofeo della Champions League

Dall’inviato

Nel mare magnum dell’incertezza, una c’è: Lautaro Martinez. Resterà, sarà il capitano, il trascinatore. E come tale, ammette la sconfitta in finale di Champions, ma protegge il gruppo. "Sicuramente è stata una serata in cui non siamo riusciti a fare niente di quello che avevamo preparato – afferma a capo chino davanti alle telecamere di Sky dopo il crollo alla Munich Football Arena -. Complimenti al PSG che ha fatto una straordinaria finale perché non hanno sbagliato nulla. Hanno meritato di vincere. Io sono orgoglioso di squadra, compagni, società, mister. Bisogna rialzarsi come è giusto che sia perché abbiamo fatto un’ottima stagione, anche se non abbiamo vinto titoli che sicuramente è quello che conta. C’è amarezza e voglia di ripartire".

Lautaro sa che la critica non può risparmiare nemmeno lui, soprattutto lui. In un’analisi complessiva della stagione europea, non passa inosservato il cambio di passo. Quel settimo posto nella classifica dell’ultimo Pallone d’Oro non gli era andato giù, ma a pesare era stata proprio la scarsa incisività nella competizione più importante. Nove gol in Champions, come solo Crespo era riuscito a fare nel 2002/03, certificano una crescita esponenziale. Insieme alla consapevolezza di aver alzato l’asticella, c’è quella di aver steccato sul palco più importante. L’attaccante sente la responsabilità della fascia, lo ha dimostrato giocando contro il Barcellona una semifinale di ritorno a cui è arrivato sei giorni dopo un’elongazione muscolare. Acciaccato, con un’autonomia limitata. Incidendo lo stesso sul risultato in modo pesante. Alla vigilia della finale si parlava, tra i confronti interni alla partita, di come Lautaro e Dembelé si giocassero anche una fetta di Pallone d’Oro. La fetta, grossa, l’ha presa il francese.

Il che nulla toglie all’impresa compiuta coi catalani, all’attaccamento alla maglia dimostrato in quella e in tante altre circostanze. A Lautaro è stata consegnata due anni fa la fascia di capitano perché se tecnicamente la partita si può sbagliare, è nei comportamenti che il capitano non può fallire. L’argentino ha superato annate in cui in Spagna lo davano per certo al Barcellona al fianco di Messi, senza mai andare allo scontro. Dopo essere rimasto, ha trattato con la società il rinnovo indirizzando l’agente verso la soluzione nerazzurra, pur sapendo che altrove avrebbe potuto guadagnare di più, soprattutto nell’estate in cui dall’Arabia piovevano milioni un po’ per chiunque, figuriamoci per uno col suo curriculum. Il nuovo status lo ha reso sempre più centrale, la famiglia con la moglie Agustina e i due figli gli ha garantito stabilità e serenità per prendere sempre le decisioni migliori. E proprio Agustina, ieri, ha espresso sui social il suo affetto per il marito. "Fa male vederti così – ha scritto sotto una foto che vede Lautaro affranto a fine gara - ma niente cancella il sacrificio e la dedizione che ci sono dietro. Non ho dubbi che avrai una rivincità. Noi siamo qui per sostenerti, nelle giornate cattive ancora di più. Ti ammiro e ti amo".

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