
Il 26enne lecchese rimasto senza squadra l’anno scorso e l’exploit agli Italiani "Un’ingiustizia dopo quello che ho dato al ciclismo, ma non ho mai mollato. Ho preparato questa gara da ottobre: accidenti, ce l’ho fatta per davvero".
È quasi impossibile da credere, ma è tutto vero. Filippo Conca, un dilettante lecchese che corre per una squadra di élite e under 23, è il nuovo campione italiano su strada dei Professionisti. Sembra inverosimile ma in realtà è reale. Qualcosa che era impossibile fino a ieri mattina, è diventato possibile nella calura pomeridiana di Gorizia dove è stato assegnato il titolo tricolore. In mezzo a tante squadre World Tour (favoritissime per la vittoria finale) è sbucata la maglia bianca del team Swatt Club, società di Barzanò, in provincia di Lecco, presieduta da Carlo Beretta e diretta dall’ex prof e preparatore Giorgio Brambilla. Prima le lacrime, poi lo sfogo, sono le prime sensazioni a caldo di Filippo Conca, classe 1998 residente a Bellano, città del lecchese che oggi celebra il suo più famoso cittadino.
"L’anno scorso la Q36.5 Pro Cycling (formazione elvetica del Circuito UCI Professional) mi ha lasciato a piedi, ho passato mesi difficili e complicati dopo anni di sacrifici per le squadre in cui ho corso - ha spiegato Conca, che intanto stava studiando una strada alternativa gestendo un B&B e prendendo la patente nautica -. Ho preparato questo campionato italiano fin dallo scorso mese di ottobre, e nel frattempo mi sono dedicato un po’ alle corse Gravel perché sarebbe stato impossibile arrivare pronti senza competizioni nelle gambe. Ho avuto comunque degli imprevisti, mi sono dovuto fermare 2-3 volte per infortuni e acciacchi, ma ho continuato a lottare per arrivare a questo appuntamento che sentivo nelle mie corde da mesi. È stata durissima, sapevo di non essere il più forte, ma ad ogni giro stringevo i denti, rimanevo agganciato alle ruote dei migliori. Covi (secondo classificato davanti a Pesenti, Aleotti e Gaffuri, ndr) sulla carta era il più pericoloso per non dire il più forte, avrebbe meritato il titolo anche lui, ma in cuor mio sapevo che sul tratto di pavé finale avrei sviluppato maggiore velocità e me la sarei giocata bene. Porca miseria, ce l’ho fatta!".
Conca è un ottimo corridore da sempre, fin da quando con l’Unione Ciclistica Costamasnaga La Piastrella iniziò a gareggiare nella categoria Giovanissimi. Lasciata la società di Egidio Mainetti ha corso per il Pedale Morbegnese, Team Oliveto Lario, Velo Club Sovico, Pedale Senaghese, Us Biassono, Massì Supermercati, Sirio Soligo (esordio con gli under 23), Team Pala Fenice e Biesse Carrera (due stagioni). Da professionista disputa due stagioni con la Lotto Soudal (2021-2022) e due con la Q36.5 Pro Cycling (2023-2024). "Alla fine dell’anno scorso sono rimasto a piedi, nessuno mi ha più voluto - prosegue -. La situazione non è stata facile da sopportare, ma ho tenuto duro, mi sono reinventato e dentro di me è iniziata a crescere tanta cattiveria agonistica, che ho tirato fuori in questa sfida tricolore. Solitamente questo è un periodo in cui vado bene, il caldo mi piace, mentre tanti corridori sono stanchi a forza di correre in giro per il mondo. I corridori che sono usciti dal Giro d’Italia erano spossati, l’ho avvertito, e questo ha giocato a mio vantaggio".
Ora che Conca, diplomato ragioniere, è il campione italiano dei professionisti, per il lecchese naturalmente si apriranno nuove porte e proposte di carriera, perché una maglia tricolore non passa inosservata. Ed è con queste sue parole - "tutti zitti, dopo quello che mi ha fatto il ciclismo…" - che Conca è pronto a iniziare una nuova avventura, magari tra i colleghi del World Tour.
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