Milano è campione del mondo nella sciabola maschile categoria 50. A portare a casa il titolo il 12 ottobre scorso è stato Lorenzo Morretta, cinquantaseienne milanese iscritto all’Accademia Scherma Milano, vincitore di una delle undici medaglie conquistate dall’Italia nel Mondiale master 2023 a Daytona Beach.
Lorenzo, che giornata è stata?
"Bellissima. Perfetta, anche se impegnativa. Siamo partiti con le gare la mattina presto e la finale è stata alle cinque del pomeriggio. Un Mondiale con quattordici nazioni e una cinquantina di atleti presenti. Paesi come Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, che erano in casa".
Si aspettava questo risultato?
"L’ambizione, in realtà, era strappare una medaglia o comunque entrare nei primi quattro. Il nostro sport ha molto di mentale, di tattico. Io sono partito un filo contratto, ma poi mi sono accorto di tirare sempre meglio. In finale ho vinto 10-6, salendo in pedana tranquillo, sicuro, dopo che in semifinale avevo rimontato da 7-3 sotto contro il campione del mondo in carica. Quello mi ha dato grande spinta per l’ultima gara".
Quando è cominciato il suo percorso nei Master?
"Io ho tirato con la sciabola fino ai 23-24 anni ed ero nelle Fiamme Oro, sono arrivato quarto ai Mondiali Under 20 disputando una trentina di gare di Coppa del Mondo. Poi ho cominciato a lavorare e ho smesso. Ho ripreso 5-6 anni fa, con in mezzo lo stop per via del Covid".
Come mai ha deciso di ricominciare?
"Mia figlia, guardando le Olimpiadi di Londra, mi ha chiesto di fare scherma. Accompagnandola ho incontrato alcuni amici e mi è piaciuto tornare nell’ambiente".
Nel frattempo la scherma è cambiata molto?
"Ai miei tempi si iniziava sempre col fioretto e poi si sceglieva, ora invece ti indirizzano subito. A mio avviso una base di fioretto fa sempre bene, però in questo modo ci si specializza prima. Rispetto a quando ero più giovane la sciabola è cambiata molto, non prevede più certe azioni e ci sono tempi diversi. Ci ho messo un paio d’anni ad abituarmi".
Il movimento Master è in crescita.
"C’è grande passione, conta un migliaio di persone in Italia con una decina di gare, anche internazionali. Personalmente ho scelto l’Accademia Milano perché conoscevo Lorenzo Radice, il presidente, dato che tiravamo insieme da giovani. Mi è piaciuto tutto quello che hanno fatto a livello sociale, anche nelle carceri. Tecnicamente hanno un maestro di sciabola molto bravo, Cosimo Melanotte. Anche per quello ho deciso di andare in Accademia. Oltre a loro tengo a ringraziare la Federazione italiana scherma per avermi dato l’opportunità di rappresentare l’Italia in un Mondiale".
Giudica la scherma lo sport giusto per chi vuole continuare a fare sport dopo i 50 anni?
"Si può iniziare a qualsiasi età. Quelli come me che hanno ripreso dopoo un’esperienza da giovani sono una minoranza. La disciplina è bella perché c’è una parte mentale, oltre che fisica. È anche uno stimolo per ricaricare un po’ le batterie dopo una giornata lavorativa. Ci si allena un paio di sere a settimana e più o meno si fa una gara al mese".
Quali sono i prossimi obiettivi?
"Oltre il campionato del mondo, non c’è molto più in alto. Sarebbe bellissimo se ci fosse un’Olimpiade Master. Diciamo che mi piacerebbe migliorare ancora di più, provando ancora a rappresentare l’Italia, che nella scherma ha grande storia".