Inizia un mese fondamentale per l’Inter e per Steven Zhang. Con i rumors su una possibile offerta del fondo Investcorp che si fanno sempre più forti, il presidente nerazzurro è atteso al ritorno a Milano nelle prossime settimane in previsione dell’assemblea dei soci in programma alla fine del mese. Un evento nel quale quasi certamente verrà chiesto della possibile offerta sul tavolo, a meno di una clamorosa accelerata che renderebbe l’assemblea un appuntamento in cui andrebbero ridefinite ufficialmente quote e ruoli dell’organigramma. Ad oggi non sembra lo scenario più probabile. L’offerta, o un principio d’interesse forte che possa portare a discussioni in merito, potrebbe anche arrivare ma il primo obiettivo di Zhang al momento sembra quello di rifinanziare il debito con Oaktree in scadenza a maggio 2024, più che di vendere. L’Inter è infatti una società in crescita, dal punto di vista del fatturato e dei risultati sportivi. Viene da una finale di Champions, ha vinto quattro trofei nel biennio con Inzaghi in panchina ed è vicina a conquistare l’accesso al ricco Mondiale per club, oltre ad avere davanti l’obiettivo di qualificarsi alla prossima edizione della massima competizione europea, in cui il montepremi salirà.
E ancora c’è il progetto del nuovo stadio a Rozzano, di proprietà, con un aumento dei ricavi che nelle previsioni potrebbe essere molto importante. Tutti fattori che fanno pendere la bilancia verso un rinvio della cessione delle quote di maggioranza, tant’è che alle banche d’affari che collaborano con l’Inter è stato chiesto di cercare degli investitori, non per forza degli acquirenti, pur non volendo chiudere la porta a nessuno in maniera aprioristica. Il rifinanziamento di cui sopra, infatti, deve passare attraverso una situazione finanziaria che potrebbe costringere il club a pagare tassi molto alti. Ancor più di quanto già non sia stato fatto ai tempi in cui è stato siglato l’accordo col fondo americano. Senza contare che in ballo c’è anche un bond con scadenza 2027.
L’insieme di questi debiti valgono 45 milioni su un bilancio che al 30 giugno scorso è stato chiuso con un -85, ma senza quei soldi oggi si faticherebbe ad operare.
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