Lo stadio Sinigaglia di Como riapre sabato i battenti per una partita di Serie A, dopo ventun anni. Sarà il Bologna a inaugurare il ritorno in A dei lariani nel proprio impianto, dopo un lunghissimo percorso che li ha portati a scendere fino alla Serie D, per poi risalire in A, grazie alla nuova proprietà indonesiana. Il Como ha giocato le prime tre partite di campionato fuori casa, per terminare i lavori di adeguamento dello stadio, che dopo varie verifiche della commissione di vigilanza sono stati portate a termine ed hanno avuto il via libera dalle autorità competenti. L’ultima partita di serie A disputata a Como è stata, il 24 maggio del 2003, un triste Como-Torino, finito 1-0 per i comaschi con rete di Benin, che ha sancito la retrocessione in B di entrambe le squadre. Lo stadio inaugurato il 31 luglio del 1927, in occasione delle celebrazioni Voltiane, ha quasi cento anni e ad ogni salita in serie A degli azzurri ha ricevuto un restiling provvisorio, senza mai essere portato verso una modernità, che ora è indispensabile. Gianni Brera lo ha definito il "più bello del Mondo", non sicuramente per la struttura, ma per la collocazione, incastrato fra il lago, le montagne e la città, dove si può godere non solo della partita, ma anche del fantastico panorama.
Ora la capienza è stata portata a 10.584 posti a sedere. È esplosa la caccia agli abbonamenti, che sono andati esauriti in cinque ore, arrivando alla quota massima consentita di 6.700 per tutti i settori, a fronte di una richiesta di 15.000. Cifre da capogiro, pensando che nell’ultima Serie A del 2002-2003 con Preziosi, la quota abbonati era stata di 4.838. Anche i soli 3.000 biglietti a disposizione, la quota obbligatoria per legge, per la partita con il Bologna sono andati polverizzati in poche ore, come i 700 della curva ospiti. Ci sarà un Sinigaglia “muy caliente“ per tutta la stagione, come piace e vuole Cesc Fabregas, con il pubblico che sarà il vero dodicesimo uomo in campo. Questo è anche un obiettivo raggiunto, da parte della società, che è riuscita con diverse operazioni di marketing ad entrare nel tessuto del territorio e a far alzare la febbre per il Como a livelli mai visti.
In mezzo a tutta questa euforia, però, ci sono alcuni lati negativi: diversi tifosi storici che seguono il Como da tanti anni sono rimasti senza abbonamento e biglietti, ed è partita anche la speculazione online su alcune agenzie di ticketing, che propongono gli ingressi a prezzi triplicati. Persone che sono riuscite a fare l’abbonamento e lo rivendono a prezzo raddoppiato per ogni singola partita. Questa situazione sta portando la società a un probabile blocco del cambio di nominativo per la partita con il Bologna. La necessità di un nuovo stadio, però, è obbligatoria e urgente e in società ormai l’idea è quella realizzarlo in tempi brevi, come è stato fatto per il Gewiss Stadium di Bergamo, con anche le stesse aziende che lo hanno costruito, settore per settore, nel tempo. Mirwan Suwarso, head manager degli indonesiani a Como, ha già contattato la famiglia Percassi per tutte le informazioni e c’è massima disponibilità da parte del Comune, proprietario dell’impianto, a percorrere questa strada.
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