FABRIZIO CARCANO
Sport

Gasperini e Atalanta: tensioni crescenti nonostante il successo in Champions

Gasperini porta l'Atalanta verso la Champions, ma i rapporti tesi con la stampa e il contratto in scadenza creano incertezze sul futuro.

Gasperini porta l'Atalanta verso la Champions, ma i rapporti tesi con la stampa e il contratto in scadenza creano incertezze sul futuro.

Gasperini porta l'Atalanta verso la Champions, ma i rapporti tesi con la stampa e il contratto in scadenza creano incertezze sul futuro.

Il paradosso Gasperini. Sta vincendo quasi sempre, dieci punti nelle ultime quattro giornate, sta riportando l’Atalanta in Champions per la quinta volta dal 2019, eppure ha sempre i nervi tesi, con la stampa che non più tardi di una settimana fa lo ha premiato a livello nazionale. L’accesa discussione domenica a Monza, con un giornalista del Corriere di Bergamo, fotografa la situazione: un litigio così rovente avvenuto non dopo una brutta sconfitta, ma al termine di una partita stravinta per 4-0, dopo aver quasi messo in cassaforte la prossima Champions. Rapporti difficili quest’anno tra l’allenatore e la stampa bergamasca: a settembre l’annuncio in conferenza di non voler più rispondere alle domande di una “testata“ e del suo cronista. Ma il nervosismo è aumentato da marzo, con la discussione, sempre in sala stampa, con un inviato di Sky, e anche qui l’annuncio di non voler più rispondere alle sue domande, proposito poi rientrato. Segnali di un nervosismo evidente del tecnico, che sembrano rappresentare l’anticamera di una separazione dall’Atalanta. La situazione è congelata dal 22 febbraio, da quando Gasp ha annunciato in conferenza stampa, alla vigilia dell’Empoli, la sua intenzione di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2026, con la ripetuta chiosa che tutto ha un inizio e una fine. Cogliendo di sorpresa la società. L’indomani la risposta gelida dell’ad nerazzurro, Luca Percassi, con un tranciante "ce ne faremo una ragione".

Tre settimane fa il presidente, Antonio Percassi, ha auspicato "che il mister resti ancora con noi", ma senza aggiungere altro. E Gasperini, pur ripetendo che del suo futuro si parlerà solo a fine campionato, ha alternato dichiarazioni sibilline su un suo possibile addio a una quasi inversione lunedì scorso: "Non ho mai detto esplicitamente che avrei lasciato l’Atalanta, ma che non avrei rinnovato". Il club finora ha mantenuto la linea del silenzio. Da una parte ci sarebbe l’intenzione di andare avanti con un allenatore che si conferma vincente, tra i migliori tre, in grado di garantire la qualificazione Champions, il percorso europeo (la Dea è arrivata nona nel girone) e la valorizzazione dei giocatori in ottica plusvalenze (anche quest’anno sono stati valorizzati Retegui, Bellanova, Hien, lo stesso Carnesecchi, oltre a Ederson e Lookman diventati top player), dall’altra anche in società si avverte una stanchezza fisiologica dopo nove anni di rapporto con il tecnico. Non stanno girando voci su alternative concrete e credibili per la panchina: si parla di Mancini, Sarri, Farioli, di un Thiago Motta in cerca di rilancio fino alla scommessa di un Marten De Roon che potrebbe passare dal campo alla panchina. L’unico nome che piacerebbe alla dirigenza è quello di Vincenzo Italiano, ma al momento è fuori dal mercato. E poi c’è la questione del contratto di Gasp fino al 2026, con ingaggio netto da cinque milioni. Impensabile un esonero a fine stagione, altrettanto poco credibile che sia lui a dimettersi rinunciando all’ingaggio. Per cui o si andrà avanti ancora un anno, ma senza un rinnovo sarebbe altrettanto impensabile, o più realisticamente si arriverà a una risoluzione con un accordo a metà strada sull’ingaggio. A meno che sia Gasp a chiedere di andarsene, se lo chiamasse la Juventus…

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