
Calcio (foto d'archivio)
Milano, 8 gennaio 2019 - Ci risiamo, a dimostrazione del fatto che, nonostante le minacce del Palazzo e le denunce provenienti dal mondo arbitrale, nulla è cambiato: la violenza (soprattutto nei confronti dei direttori di gara) continua ad imperversare nei campionati minori, e puntuali sono arrivate anche le... botte di capodanno. Nel più totale silenzio delle istituzioni (non solo quelle sportive) sono emersi i numeri riguardanti le ultime due settimane di dicembre: 44 arbitri della Base Aia aggrediti, e di questi ben 6 sono finiti in ospedale dopo le percosse ricevute.
Dal Nord al Sud della penisola. La Lombardia (con Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Calabria e Sicilia) fra le regioni dove si sono registrati il maggior numero di episodi di violenza. Dai referti arbitrali e conseguenti decisioni del giudice sportivo emerge di tutto: botte, insulti e offese razziste. In Prima Categoria squalifica per dieci mesi aMirko De Patto (Triestina 1946): «a seguito di sostituzione - si legge nel comunicato - mentre lasciava il terreno di gioco offendeva pesantemente l’arbitro. Alla notifica dell’espulsione avvicinava lo stesso offendendolo e minacciandolo inoltre lo colpiva con le mani sul petto per due volte causandogli lieve dolore. Colpiva poi il direttore di gare con uno sputo su una spalla...».
Nel girone bresciano di Seconda Categoria squalificato per quattro gare Kone Ismael (VS Lume) il quale «allontanato dal campo per fallo di gioco, prima di lasciare il terreno di gara avvicinava l’Arbitro con atteggiamento minaccioso appoggiando le proprie mani sul suo petto venendo poi allontanato dai propri compagni». E’ andata peggio a Gianluca Laudadio del Vignareal, che in una partita del torneo juniores, dopo esser stato espulso per comportamento offensivo nei confronti dell’arbitro, «alla vista del cartellino rosso si avvicinava minacciosamente allo stesso appoggiando la sua testa contro quella del Direttore di Gara, dandogli poi una spinta non violenta con le mani e reiterando le offese nei suoi confronti». Il calciatore è stato fermato fino al 9 marzo 2019.
Il fatto più grave è accaduto nella Terza Categoria bergamasca, durante la partita Comunale Tavernola-Bagnatica Calcio 2015, sospesa al 9’ della ripresa dopo che il capitano dei padroni di casa Stefano Foresti ha rifilato un violento calcio al ginocchio sinistro all’arbitro costringendolo a fermarsi. Non solo: alcuni individui hanno continuato ad inveire contro il direttore di gara con frasi ingiuriose ed intimidatorie, minacciandone l’incolumità mentre lo stesso Foresti ha prima continuato ad inseguire l’arbitro «minacciandolo di morte» per poi scagliare il parastinchi control’auto dello stesso arbitro. Mano pesantissima del giudice sportivo: 18 mesi di stop per capitan Foresti, più inibizioni e squalifiche varie per altri tesserati del Tavernola. Giulio Mo