ALESSANDRO LUIGI MAGGI
Calcio

Abraham fa impazzire San Siro: il Milan batte la Stella Rossa e vola in Europa, ma Fonseca si sfoga: “Non sono contento...”

A San Siro finisce 2:1 per i rossoneri: il quarto successo di fila e un’iniezione di fiducia dopo il tonfo con l’Atalanta. Un infortunio di gioco costringe Morata e Loftus Cheek alla panchina nel giro di due minuti

L'esultanza del Milan a fine partita davanti ai tifosi di San Siro

L'esultanza del Milan a fine partita davanti ai tifosi di San Siro

Milano, 11 dicembre 2024 – Il sorriso di sollievo della vittoria strappata nel finale, la piega amara a un lato della bocca per l’emergenza. Notte della contraddizione per il Milan, che batte la Stella Rossa con una rete di Abraham a tre minuti dalla fine (2-1, 42’ Leao, 22’ st Radonjic, 42’ st Abraham), ottiene la quarta vittoria in fila, blinda i playoff di Champions League ma perde in avvio Ruben Loftus-Cheek (altro problema muscolare dopo la Coppa Italia) e Alvaro Morata (flessori), a pochi giorni dallo stop di Christian Pulisic, nel giro di due  minuti. Si allargano gli orizzonti europei, si restringe la rosa per Paulo Fonseca nel pieno della fase più densa di impegni della stagione. Tornando al campo, è un lungo inseguimento. La Stella Rossa, comprensibilmente, scende in campo stretta, corta, e con cinque uomini fissi davanti a Gutesa, costringendo il Milan (di terza maglia vestito) a una manovra che si rivela compassata, con il solo Leao a cercare vivacità tra le linee.

Tammy Abraham esulta con gli occhi al cielo dopo il gol del 2 a 1
Tammy Abraham esulta con gli occhi al cielo dopo il gol del 2 a 1

Bene a lungo il portoghese: sempre dinoccolante, ma capace di accelerazioni a tutto campo che aprono la muraglia serba. È lui ad involarsi verso la porta al tredicesimo per la prima occasione da gol, è lui a regalare un movimento da centravanti puro dietro i difensori in chiusura di primo tempo che, abbinato al perfetto lancio di Fofana, vale il vantaggio. Fonseca, come consuetudine, aveva puntato su Musah equilibratore a destra e Loftus-Cheek a scendere in mediana più di Pulisic, per un 3-5-2 che, anche a causa della scarsa vena di Theo Hernandez (non la prima volta), pare inadatto alle strategie avversarie. Se poi nel giro di due minuti l’americano lascia per un risentimento all’adduttore destro, e Morata per analogo problema al flessore sinistro, il pranzo è servito. O, almeno, pare.

L'infortunio ai flessori che ha messo fuori gioco Alvaro Morata
L'infortunio ai flessori che ha messo fuori gioco Alvaro Morata

Abraham è una scossa, il Milan come detto passa e sfiora il raddoppio con Fofana e Abraham (clamoroso da pochi passi), chiedendo un rigore con Musah nella prima parte della ripresa.Intanto, però, la partita è cambiata. La Stella Rossa, abbandonato l’atteggiamento rinunciatario del primo tempo, invade la metà campo dei padroni di casa, taglia come il burro la mediana a 3 di Fonseca, e dopo almeno tre occasioni colpisce con una straffilata del neoentrato Radonjic su palla persa ingenua di Musah. È un Milan travolto, che fatica a ritrovarsi, e si affida alla disperazione per un’occasione che non si può gettare al vento. Camarda, all’ingresso in campo, sveglia San Siro, Abraham ne capitalizza una traversa per la zampata della vittoria. Esulta Fonseca, esulta San Siro, esulta il Milan: in Champions League è vento in poppa, e playoff quanto meno in tasca.

L'allenatore del Milan Fonseca
L'allenatore del Milan Fonseca

Fonseca choc: “Il Milan è una montagna russa”

Il colpo di scena è arrivato tuttavia al fischio dell’arbitro che ha decretato la fine della partita. Commentando il risultato del match Fonseca non ha nascosto la sua delusione, quasi la sua profonda frustrazione nei confronti dei giocatori: "Non posso dire di essere soddisfatto – ha detto parlando in conferenza stampa –. Non sono contento di quello che ha fatto vedere la squadra, ma solo del risultato. Siamo in una buona posizione, ma devo parlare con i giocatori”. “Ho bisogno di analizzare alcune cose. Non è una questione tattica o tecnica. Arriviamo a una partita decisiva e c'è la sensazione di non aver dato tutto – ha aggiunto il tecnico portoghese –. La nostra squadra è una montagna russa. Oggi stiamo bene, domani non si sa. È come lanciare una moneta. Io lavoro tutti i giorni per il bene della squadra, ma all'interno del gruppo non so se tutti possono dire la stessa cosa. Oggi avevamo l'obbligo di venire qui e dare tutto e non l'abbiamo fatto".