Allenatore di calcio ricattato: "Vieni da noi, ma portaci uno sponsor da 50mila euro"

Un club di Eccellenza lombarda contatta un tecnico offrendogli la panchina .E lui: "Ho accettato con entusiasmo quella proposta e sono andato in sede. Subito dopo l’assurda richiesta. Non è la prima volta che succede"

Calcio dilettantistico: c'è chi per allenare deve pagare

Calcio dilettantistico: c'è chi per allenare deve pagare

Milano, 9 luglio 2023 –  “Non ho mai voluto crederci fino in fondo fino a quando oggi non l’ho vissuto sulla mia pelle: vengo contattato da una società che mi propone di allenare la loro prima squadra in una buona categoria. Dopo aver fatto due chiacchere e preso appuntamento per incontrarci, il buon direttore sportivo mi dice“è meglio che vieni con uno sponsor”. Gli ho risposto subito, “meglio che lei cerchi altro, grazie e arrivederci. Che pietà!".

Calcio dilettantistisco

Ci risiamo. La vergogna continua. Nel calcio dilettantistico dove sono ben noti equilibri ed equilibrismi dei piccoli club per sopravvivere, non passano mai di moda malaffare, malcostume e mal di pancia. E quell’osceno valzer di mazzette che getta il pallone nel fango. “Il Giorno“ ne ha parlato più volte, l’ultima denuncia lo scorso novembre con le testimonianze di allenatori affermati ma soprattutto giovani che avevano raccontato nei dettagli questa vergognosa e consolidata abitudine, ovvero la richiesta di denaro per potersi accomodare sulle panchine dei campionati minori. In realtà un “mister“ navigato come Antonio Sala ci aveva rivelato che certe imbarazzanti situazioni sono presenti anche nella serie C, ma più spesso accadono dall’Eccellenza in giù.

La storia

E proprio nella quinta serie nazionale avrebbe dovuto allenare S.A., tecnico milanese con discreta esperienza anche in società di un certo livello. Lo avevano cercato, quel club lombardo l’aveva convinto ad accettare la sfida, poi la “doccia fredda“. Al momento di mettere nero su bianco l’assurda richiesta: "Dovrebbe portarci uno sponsor da 50mila euro", le parole del dirigente. Dopo poche ore ecco lo sfogo e al tempo stesso la denuncia dell’allenatore (pare poco gradita agli stessi dirigenti dopo averne percepito l’eco sui nella “rete“). Perché certe cose il mister le aveva solo sentite o lette, addirittura “sfiorate“ quando un club rumeno di serie C gli chiese (a distanza) di andare ad allenare pagando però una quota d’ingresso di 2000 euro, ma stavolta è stato toccato in prima persona. Da vicino.

Denuncia social

Così ha deciso di condividere il suo stato d’animo sui “social“, ricevendo numerosi attestati di solidarietà da parte di amici, molti dei quali addetti ai lavori. "Ormai siccome qualcuno lo fa, pensano che poi lo facciano tutti", l’amara considerazione di Carlo. E poi c’è chi racconta esperienze personali, sempre con società lombarde: "A me tre anni fa chiesero 70mila euro, lo scorso mese 90mila euro per allenare in Promozione...", rivela Davide. E che il sistema sia davvero malato (almeno in parte) lo conferma un’altra denuncia-choc, quella di Dino: "Purtroppo in giro c’è anche di peggio... Ci sono società che ti chiedono quanti giocatori sono disposti a seguirti, dicendo che da loro troverebbero di sicuro il posto per giocare!!!". Verissimo, pensando ai ds che si portano dietro il pacchetto completo: due-tre giocatori (scarsi), sponsor (spesso parente degli stessi calciatori scarsi) e ovviamente l’allenatore (che ovviamente asseconda tutto per un misero rimborso e la “gloria“).

La “mazzetta”

Ma è “l’incentivo economico“ (o più propriamente “mazzetta“) ciò che compare più di frequente in queste situazioni. Richieste monetarie o di sponsorizzazioni a chi vorrebbe sedersi in panchina: vero, c’è chi, pur di allenare in terza o seconda categoria è disposto a pagar di tasca propria (dai 1000 ai 5000 euro senza pretesa di rimborsi spese), ma versare dai 30mila ai 70mila euro ben sapendo quelli che sono i compensi nelle serie minori davvero non ha senso. "Anche perché uno lo sponsor può pure portarlo - spiega il mister - ma farebbe un doppio errore. Perché se poi fopo tre giornate ti licenziano come la mettiamo? Dopo il danno la beffa". La verità è che l’allenatore con la valigetta, pronto a consegnare lo sponsor, quasi non fa più notizia nei dilettanti. Ma nessuno fa qualcosa di concreto per contrastare l’odioso fenomeno, nonostante “rumors“ su presunte inchieste della magistratura, avviate e poi archiviate. Casi ce ne sono stati tanti negli ultimi anni, e continuano a persistere perché ci sono società che ritengono questo l’unico modo per far quadrare i conti. Dimentichiamoci i campionati dorati come la serie A: c’è anche un altro calcio in Italia, dove si paga per giocare, a volte attraverso sponsorizzazioni e altre invece con vere e proprio prebende. E dove a vincere è soprattutto l’omertà, perché è meglio tacere che esser sbattuti fuori dal sistema.