
Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha rilevato la società lombarda nell’agosto del 2017
Dopo tanti giorni trascorsi a parlare di rumors, entro oggi alle 15 si conoscerà il destino del Brescia Calcio. Complici i tempi tecnici delle banche, è quello il termine ultimo e inderogabile entro il quale devono partire i bonifici per pagare gli stipendi e i vari adempimenti necessari per chiudere la stagione 2024/2025. A questa cifra, già ingente (circa 2,5 milioni), il Brescia Calcio dovrebbe aggiungere, però, la prima tranche (da 480mila euro) dell’accordo di rateizzazione del debito maturato a seguito della questione dei crediti d’imposta inesistenti, sottoposto dall’Agenzia delle Entrate alla società. Accordo che, tuttavia, sarà valido solo con la controfirma della società del presidente Massimo Cellino. L’omissione potrebbe essere legata al fatto che, contestualmente alla ratifica dell’accordo, dev’essere versata la prima rata stabilita per il pagamento del debito. L’incertezza sta ovviamente gettando ombre sul futuro del Brescia, anche perché i termini per l’iscrizione alla prossima stagione sono ormai dietro l’angolo e proprio l’avvenuto pagamento della prima rata della somma dovuta al Fisco dev’essere inserito nella documentazione che sarà presentata all’atto di iscrizione. Nelle ultime ore, inoltre, si è assistito al “balletto“ dell’accordo per la cessione del club tra il presidente Cellino e il gruppo di imprenditori che viene guidato da Francesco Marroccu (a lungo uomo di fiducia dello stesso patron sardo). Da una parte l’attuale proprietario, per adempiere ai pagamenti necessari per chiudere la stagione, avrebbe richiesto un deposito precauzionale di pari valore da parte dei possibili acquirenti. Questi ultimi, dal canto loro, hanno rallentato le loro mosse nell’attesa di poter constatare l’avvenuto accordo con l’Agenzia delle Entrate e il buon esito dell’iscrizione.
A quel punto sarebbero pronti ad acquistare il club: si parla di di un accordo che prevede il pagamento a Cellino di 3 milioni se il Brescia dovesse ripartire dalla Serie C e di 6 milioni se sarà riammesso in B. Siamo sul filo di lana, ma pare improbabile che Cellino, anche solo per ragioni economiche, lasci “scomparire“ la sua creatura. Cancellando 114 anni di storia. Si ripartirebbe dai Dilettanti. Per il presidente, sollecitato pubblicamente anche dal Comune di Brescia a garantire continuità al club, sarebbe una considerevole perdita di denaro. L’idea di dover fare nuovi investimenti per consentire almeno la permanenza tra i professionisti del Brescia Calcio, a questo punto, potrebbe rappresentare il male minore per Cellino. Oggi più che mai, è lui ad avere nelle mani il destino delle Rondinelle, ma le ore a disposizione sono sempre meno.
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