Varese, cittadinanza onoraria a Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco

La cerimonia sul parquet del Lino Oldrini a Masnago

Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco

Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco

Vvarese, 31 gennaio 2018 - Non poteva che avvenire sul parquet del Lino Oldrini. Non poteva che essere fatta lì, sopra quei legni che hanno fatto la storia sportiva di Varese, la cerimonia di “consegna” della cittadinanza onoraria a Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco. Da ieri queste due leggende sono ufficialmente varesini. «Mi sono sempre sentito uno di voi, uno di Varese, anche prima di oggi» dice commosso la Mosca Atomica, ora che lui e Meneghin, nel consiglio comunale convocato a Masnago, sono diventati neo-concittadini di un altro mito come Bob Morse. «Nei momenti difficili - continua il “Poz” - mi isolavo su al Sacro Monte, ma a Varese non mi legano i posti, piuttosto le persone. Ecco perché mi sento varesino, e per l’Italia mi riconoscono come tale. Ma non paragonatemi a Dino Meneghin, lui è tutta un’altra storia».

A fargli eco Dino Meneghin: «Questo palazzetto mi ricorda momenti stupendi, basta guardare gli stendardi appesi. Ho vissuto esperienze inimmaginabili qui a Varese: ancora oggi, in giro per l’Europa incontro tifosi di tutte le nazioni si ricordano della Ignis». Una carriera, quella dei due campioni, indissolubilmente legata alla città. Gianmarco Pozzecco, classe ’72, ha messo per la prima volta piede a Varese nel ’94, contribuendo a costruire quella squadra leggendaria che nel ’99 conquistò lo scudetto della Stella. Tornato in città nel 2014, nelle poco fortunate vesti di allenatore, l’ultima partita da giocatore in canotta biancorossa di Pozzecco è datata 2002, due anni prima di conquistare l’argento olimpico ad Atene. Dalla regia ai cristalli, Dino Meneghin è stato probabilmente il più grande pivot d’Italia e sicuramente è il giocatore più vincente della pallacanestro tricolore.

Nato nel ’50 è cresciuto a Varese, dove è stato scoperto da coach Nico Messina. Protagonista indiscusso della Ignis: in gialloblù ha vinto 5 Coppe dei Campioni e 7 scudetti. Nel 1980 è stato argento olimpico a Mosca e, sempre in azzurro, si è laureato campione d’Europa nel 1983. Sopraffine caratteristiche tecniche e fisiche, indiscutibili doti da leader, Meneghin vanta il poco noto primato di essere stato il primo giocatore italiano ad aver ricevuto una chiamata in Nba, dagli Atlanta Hawks. Giocatore longevo come pochi altri nella storia della palla a spicchi, Dino Meneghin è riuscito anche a scendere in campo, in una partita ufficiale, contro suo figlio Andrea. «Chiedo al Consiglio Comunale di Varese di rendere cittadini tutti i miei ex compagni di squadra, perché loro, come me, sono indissolubilmente legati a questa città» conclude Meneghin. Erano presenti, fra gli altri, mister Caja, il direttore generale Claudio Coldebella e gli ex Aldo Ossola, Sandro Galleani e Dodo Rusconi.