
Da sinistra a destra il ds Tony D’Amico, il co-owner Stephen Pagliuca, il tecnico Ivan Juric, il presidente Antonio Percassi e l’ad Luca Percassi
"Come sarà la mia Atalanta? Come chiedono i nostri tifosi: voglio una squadra che abbia sempre la maglia sudata e che lotti su ogni pallone". La Dea ha iniziato così la nuova era targata Ivan Juric. Il tecnico croato ieri pomeriggio è stato presentato dal club nerazzurro nella sala stampa del centro sportivo di Zingonia. A introdurlo i saluti del presidente Antonio. Percassi: "Siamo una grande famiglia e diamo il nostro benvenuto a mister Juric perché il suo calcio, la sua fame e il suo stile di gioco sono da Atalanta: Juric è un grande lavoratore e noi bergamaschi sappiamo cosa significa". Sulla stessa linea il co-owner Stephen Pagliuca: "Ha esperienza, voglia di vincere e conoscenza del calcio, mette la squadra prima di tutto e ha la reputazione di uno che sa lavorare duro". Nessuna anticipazione sul mercato nerazzurro da parte della proprietà e del tecnico di Spalato, che ha glissato sulle domande su possibili rinforzi o cessioni ("Chi vorrei tenere tra Ederson e Lookman? Tutti e due") e sul futuro di Scamacca, per cui cantano le sirene della Roma di Gasperini.
È emozionato, Juric, per il suo primo giorno da atalantino: "La Dea è diventata un club favoloso. Qui c’è una struttura fantastica, anche il centro sportivo è bellissimo: qui c’è grande cultura del lavoro e un ambiente fantastico", ha premesso l’allenatore di Spalato, approdato a Bergamo dopo un triennio al Genoa tra alti e bassi e cinque anni positivi tra Verona e Torino, prima di un 2024-’25 da dimenticare con un doppio subentro e altrettanti esoneri alla Roma e al Southampton. "Ho fatto cinque anni alla grande, poi lo scorso anno le cose sono andate così e non ho fatto bene entrando in due squadre già impostate ma ho imparato comunque delle cose anche a Roma e al Southampton. Questo è il calcio, però adesso ho l’opportunità di fare grandi cose qui, per me questa è una grande motivazione. Sono motivato ed entusiasta". Inevitabile un passaggio sul suo “maestro“ Gasperini: "Lui ha indirizzato non solo me ma tanti altri allenatori. Prendere il suo posto mi pesa? Sinceramente no, meglio venire in un ambiente abituato a lavorare bene e questo è così. Ci siamo sentiti, ha detto che non mi vuole influenzare troppo. Qui all’Atalanta ci sono tanti ottimi giocatori e non vedo l’ora di allenarli. Voglio essere me stesso e avere lo stesso approccio di sempre. La rosa è completa e non c’è bisogno di fare molte cose".
Chiosa sugli obiettivi. "La mia Atalanta? Spero sia vincente. Nessun obiettivo - ha chiosato il tecnico spalatino - ma vogliamo proseguire su questa strada, anche se sappiamo che è difficile. Oggi l’Atalanta è una realtà importante e riconosciuta a livello internazionale. Non possiamo permetterci di fare passi indietro, dobbiamo confermarci a questi livelli e continuare a competere per obiettivi importanti".
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