La federazione internazionale stoppa Schwazer: "Niente Olimpiadi"

Duro comunicato della World Athletics: "Non può gareggiare fino al 2024". Sfuma il sogno Tokyo

Alex Schwazer a Pechino 2008

Alex Schwazer a Pechino 2008

Tokyo (Giappone), 19 febbraio 2021 - La federazione internazionale di atletica rifila un'altra botta ad Alex Schwazer e cancella il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi in programma quest'estate. Dopo che ieri l'atleta altoatesino era stato riabilitato dal tribunale di Bolzano che lo aveva scagionato dall'accusa di essersi dopato nel 2016, depositando un'ordinanza in cui si gettavano pesanti ombre sull'operato della Iaaf e della Wada, l'agenzia mondiale antidoping, parlando di "dati falsi" e "nefandezze" per "nascondere la manipolazione" del campione di urine prelevato al marciatore azzurro, la World Athletics (ex Iaaf) passa al contrattacco. In un comunicato gli esponenti della federazione scrivono che "il signor Schwazer non potrà partecipare a competizioni internazionali fino al 2024", anno in cui scadrà la sua squalifica per doping. "Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell'atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tas", il tribunale sportivo di Losanna che aveva estromesso l'atleta di Vipiteno dalle gare in seguito ai riscontri presentati sulla sua positività, infine smontati dall'ordinanza di ieri del gip.

Già oggi, prima del durissimo comunicato che spegne i sogni di Schwazer di tornare a gareggiare in una competizione olimpica, a meno di dimostrazioni di una longevità atletica impresssionante, si era già fatta sentire l'Agenzia mondiale antidoping. La Wada, attraverso i suoi portavoce, si era detta "inorridita" dalla sentenza e non solo aveva respinto le accuse contenute nelle 80 pagine del dispositivo ma aveva minacciato le vie legali. Fare breccia nel muro che antidoping e giustizia sportiva internazionali hanno eretto intorno a Schwazer sarà un'impresa, tanto più dopo il nuovo niet della World Athletics. A sostegno dell'oro a Pechino 2008 sono arrivate però le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, in prima fila nell'assicurare che "saranno valutati gli sviluppi a tutti i livelli, per fugare ogni dubbio sulla vicenda».

Ma i dubbi che il Gip di Bolzano ha sparso a piene mani sull'attendibilità, e l'onestà, di chi ha condotto e gestito il caso dall'atleta sono considerati addirittura diffamatori dalla Wada. In un tweet, l'Agenzia afferma di aver preso atto "con grave preoccupazione" di quanto rilevato dal giudice che, su richiesta della Procura, ha archiviato ogni accusa a carico di Schwazer per la positività emersa nel 2016. La Wada si dice "inorridita dalle accuse spericolate, prive di fondamento e diffamatorie", in quanto, a suo dire, contro Schwazer c'erano "prove travolgenti corroborate da esperti indipendenti" che il giudice "ha rigettato in favore di teorie prive di sostanza". "Una volta analizzato il provvedimento - si conclude - si valuterà ogni opzione disponibile, inclusa l'azione legale".