Verso Sanremo, gIANMARIA: "Io un 'Mostro'? Mi sono perso, ho passato molto tempo da solo"

All’anagrafe Gianmaria Volpato, sul treno per Sanremo, si racconta: "Il pezzo nasce da questa riflessione: la fotografia di un momento di paura, poi è passato"

gIANMARIA

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Milano, 3 febbraio 2023 - Vicenza-Milano, andata e (forse) ritorno. La risacca dell’onda alimentata dal successo dei giovani interpreti cresciuti nella provincia veneta arriva fino in Piazza Duomo. "Mi sono trasferito a Milano per inseguire il mio sogno della vita" racconta gIANMARIA, prima di salire sull’auto per Sanremo, dove gioca le sue carte sul tavolo verde di questo 73° Festival della Canzone Italiana con “Mostro”. "Ad inizio 2022 è partita, infatti, la mia carriera da professionista e, se vuoi stare nella musica, devi stare qui. Ogni tanto ho un po’ di nostalgia, ma quella di trasferirmi è una scelta che rifarei domani". Lui, Gianmaria Volpato, sta a Milano Sud "appena fuori da Corso San Gottardo", ma la città pullula di vicentini trapiantati; Madame ha scelto la Barona, pure Nicol Castagna, in arte solo Nicol, e Leiner gravitano su Milano. Francesca Michielin s’è da poco ritrasferita a Bassano dopo aver vissuto per anni in zona Milano Est, mentre Sangiovanni continua a fare la spola con Grumolo delle Abbadesse.

Gianmaria, anzi gIANMARIA, come ha scelto la sua nuova residenza? "Non sono io che ho scelto lei, ma il contrario. Avrò vagliato un centinaio di case alla ricerca di quella giusta. Poi, dopo quattro mesi di ricerche, quando avevo ormai abbandonato l’idea del trasferimento, mi ha telefonato il portinaio di uno degli stabili visitati dicendo che l’appartamento nel suo palazzo a cui m’ero interessato s’era liberato. Un colpo di fortuna, visto che si trova a 30 metri dallo studio in cui registro".

È arrivato al Festival grazie alla vittoria di “Sanremo Giovani”, ma la certezza di intascare un passaporto per l’Ariston ha mai vacillato? "Convintissimo di farcela, nei quattro-cinque giorni di prove per la finalissima di ‘Sanremo Giovani’ ho perso ogni certezza arrivando a temere la bocciatura. Quando è arrivata la notizia che saremmo passati in sei, mi sono un attimo rasserenato".

Il testo della canzone dice “ma che ti sembro un mostro? / guarda che sono a posto / che mi sono perso, ero solo distratto / da me”. Perché? "Perché in quest’ultimo anno, ho passato la maggior parte del mio tempo da solo. Dopo il trasferimento a Milano, infatti, non mi sono più curato molto di tanti aspetti della mia vita precedente e ad un certo punto mi sono chiesto se non fossi stato un mostro a lasciare indietro così tante cose. Il pezzo nasce da questa riflessione: la fotografia di un momento di paura subito passato".

Quest’anno all’Ariston ci siete lei e Madame in gara, ‘Sangio’ ospite di Ariete la sera del venerdì. È la carica dei vicentini? "Dominio veneto al Festival. Per presenze siamo forse la terza forza del campionato dopo Milano e Roma. La rivincita della provincia sulla metropoli".

E allora, perché per la sera dei duetti ha preso un partner metropolitano che più metropolitano non si può come Manuel Agnelli? "Perché da quando ascolto musica con coscienza sono grande fan degli Afterhours. E poi m’è piaciuto molto il suo primo album solista, uscito lo scorso anno. Dopo X-Factor non l’avevo più sentito, ma, appena passato l’esame di Sanremo Giovani, è stato il primo a cui ho pensato. L’ho chiamato pur convinto che mi avrebbe detto di no e invece ha accettato".

Come ha scelto il pezzo? "Pazzo di gioia, mi sono buttato sul repertorio degli ‘After’ e alla fine abbiamo deciso assieme di puntare sulla cover che avesse le maggiori potenzialità di farsi notare in mezzo ad altre 27; ‘Quello che non c’è’ è un pezzo del 2002. Il mio anno di nascita. Sono convinto che non passerà inosservato, anche per un arrangiamento ancora più energico di quello della versione originale".