Led Zeppelin, lacrimogeni e scontri: i 50 anni del concerto impossibile

All’Archivio Ferraina svelate 24 foto di quei venti minuti sul palco della band

I Led Zeppelin nel luglio del 1971 a Milano

I Led Zeppelin nel luglio del 1971 a Milano

Milano - Ventiquattro scatti perfetti, provenienti da un rullino di origini "misteriose", su una delle notti più folli della storia del rock: il concerto dei Led Zeppelin al Velodromo Vigorelli di Milano. Si inaugura domani in un nuovo spazio che ha aperto in zona Lambrate, l’Archivio Ferraina, "Led Zeppelin Vigorelli 1971", una mostra fotografica dedicata alla incredibile esibizione milanese della band inglese del 5 luglio di 50 anni fa. Passata alla storia non solo perché fu la prima e ultima performance nel nostro Paese del leggendario gruppo hard rock ma anche per gli scontri fra polizia e antagonisti, i lacrimogeni tra il pubblico, le fughe precipitose della band, costretta ad abbandonare gli strumenti (poi rubati o distrutti dalla folla sul palco).

Un clima incandescente dovuto non solo alla temperie di quegli anni. L’esibizione della band di Jimmy Page e Robert Plant venne inserita all’interno del contesto totalmente alieno del Cantagiro che vedeva in cartellone i gruppi italiani più in voga (Lucio Dalla, Gianni Morandi, Mia Martini, Ricchi e Poveri, solo i New Trolls facevano rock). I Led Zeppelin salirono sul palco attorno alle 22.40 ma il set si interruppe dopo solo 20 minuti per la bolgia infernale. In occasione del cinquantenario dell’evento, l’Archivio Ferraina mette in mostra per la prima volta 24 foto del concerto in alta definizione: 23 sono inedite e mai pubblicate finora. "Non sappiamo chi fece il servizio fotografico. Sicuramente era un professionista: non c’è uno scatto che non sia riuscito. Un altro aspetto notevole è che il fotografo si concentrò su quello che accadeva sul palco, non sugli scontri, come fecero altri colleghi quella notte" spiega Giuseppe Ferraina, titolare dell’Archivio Fotografico. Negli anni ha rilevato gli archivi di diverse agenzie fotografiche defunte (come Antinea). "In totale possediamo sette, forse otto milioni di fotogrammi, in particolare su musica e costume degli anni Sessanta e Settanta, conservati in uno spazio a Segrate". Durante l’esame di questa immensa mole di materiale, nel periodo del lockdown, è spuntato fuori una busta di carta con scritto "Le Zeppelini" (sic) contenente un rullino: "Mi sono domandato se si riferisse ai Led Zeppelin. Appena ho visto il negativo ho riconosciuto la chioma di Robert Plant ed è stata una gioia immensa".

Nello scatto simbolo della mostra il cantante esibisce il gesto con l’indice e medio aperti a V: "È una foto iconica, quasi un inno alla vittoria dell’umanità nonostante il negativo che ci circonda, in questo senso molto attuale" riflette Ferraina. "In un’altra immagine vediamo tutta la band al completo che suona immersa nella sua dimensione, rivelando la tranquillità di spirito necessaria all’atto creativo" aggiunge Lucio Forte, direttore artistico dell’Archivio Ferraina. Le fotografie sono stampate su carta pregiata (baritata) utilizzando un ingranditore professionale d’epoca e le bacinelle di sviluppo. "La mia operazione non è all’insegna della retromania, io il digitale lo utilizzo abitualmente. Ma volevo recuperare il valore della tecnica artigianale di quegli anni con lunghi tempi di esecuzione" aggiunge Ferraina. La mostra è visitabile da lunedì a sabato fino al 14 Ottobre (dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30) all’Archivio Ferraina, in via Muzio Scevola 4.