Troppi abbandoni di cani "Ci chiamano ogni giorno"

Il Canile Gino Bianchi di Casalpusterlengo ha 83 box di cui 17 riscaldati. La presidente: quando affidiamo un esemplare facciamo verifiche accurate

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"Riceviamo, in media, una chiamata al giorno da parte di famiglie che chiedono di portarci il loro cane perché - per i motivi più disparati - non vogliono più tenerlo". É la testimonianza di Lorenza Patti, presidente dal 2010 dell’organizzazione di volontariato “Canile Gino Bianchi“ accasata in via Piero Gobetti, vicino all’area produttiva che sorge ai bordi della provinciale 22 che collega Casalpusterlengo a Terranova dei Passerini. La struttura dispone di 83 box tutti con giardino (di cui 17 “riscaldati”) per ospitare gli esemplari e ha una capienza massima di 200 posti. Attualmente sono una cinquantina i cani accuditi in via Gobetti. "Sono pochi - sottolinea la presidente Patti, che ha iniziato a collaborare con il canile nel 2008 –. Dobbiamo pensare che nel 2010 ne avevamo 180. Negli anni però abbiamo costituito un “pool” di volontari, educatori e professionisti grazie al quale gli affidi procedono molto più velocemente. Gli esemplari che restano in canile sono quelli più problematici, che magari non socializzano. Sono con noi da parecchi anni". "Adesso – continua la presidente - le richieste di cani sono più frequenti rispetto al passato. Ne riceviamo, in media, due alla settimana. Le persone vogliono il cane sempre di più per colmare qualche “mancanza”. Lo vogliono giovane e di taglia piccola, cercano la compagnia ma senza troppo impegno e non sempre questa richiesta è soddisfabile. Voglio ribadire che anche un cane di cinque anni si sa affezionare e, anzi, forse lo sa fare meglio perché è già abituato da noi a relazionarsi con l’uomo e non aspetta altro che una casa e una famiglia". I “fido” che arrivano al “Gino Bianchi” (così denominato in onore ad uno dei primi fautori della creazione di una simile struttura a Casalpusterlengo, quando ancora era accasata alla frazione Borasca e tra i protagonisti principali del trasloco con ampliamento in via Gobetti avvenuto circa 20 anni fa) sono solo quelli accalappiati e vaganti sul territorio, sprovvisti di microchip oppure con un microchip che non li rende identificabili (ad esempio di un Paese straniero, di una regione diversa dalla Lombardia perchè non c’è ancora una anagrafe canina nazionale, o contenente dati sbagliati). In qualche raro caso vengono portati animali a seguito di sequestri operati dalle forze dell’ordine.

Per 10 giorni il cane viene tenuto al canile sanitario di Lodi e in questo lasso di tempo il proprietario, se esiste e viene a conoscenza che il suo “amico” è stato portato là, potrebbe chiedere di riprenderselo. In caso contrario l’esemplare arriva a Casalpusterlengo (anche qui il proprietario ha ancora tempo a disposizione per riprenderselo). "Noi – spiega ancora la presidente Patti – facciamo subito un check up veterinario, poi test comportamentali osservando come si comporta con gli altri cani o anche i gatti della colonia felina accasata vicino a noi, e quelli più anziani o in peggiori condizioni li portiamo nelle infermerie". "Poi - prosegue – quando ci arrivano le richieste di affido cerchiamo di far combaciare le caratteristiche dei futuri padroni con il nostro cane. Chiediamo alle persone di venire da noi alcune volte per vedere come interagiscono con il cane. Se ne hanno già altri facciamo “prove di compatibilità”. Nel giro di dieci giorni comunque se è tutto ok, la famiglia può avere il cane. Anche successivamente ci assicuriamo che l’inserimento proceda bene e possiamo anche fornire un aiuto con i nostri educatori cinofili".