Il (Fabio) Volo libero "Il mio vero talento è sempre la curiosità Ma ormai odio la tv..."

Domani l’inaugurazione della sua prima mostra personale da fotografo. Titolo “Senza un senso”, venti immagini di paesaggi. e il cuore in Islanda: "Là le stagioni tracciano due mondi diversi"

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di Anna Mangiarotti

"Non pensate che voglio fare anche il fotografo". All’annuncio che si presenterà in una nuova veste inedita alla Fabbrica Eos Gallery di Milano (viale Pasubio, ang via Bonnet), il conduttore attore scrittore Fabio Volo svela: "L’anno scorso un mio scatto, raccolto con quelli di altre “personalità“ in una mostra a scopo benefico, aveva funzionato bene. Così Elisabetta Oropallo mi ha proposto una mostra personale. E mercoledì sera (domani per chi legge, ndr) alle 18.30, sarò all’opening".

Una ventina di immagini, protagonista solo il paesaggio. "Senza un senso", per dire che sono frazioni di un secondo anonimo. Ma un senso, il dono, ce l’ha. La vendita supporterà Il Volo. "Pura coincidenza. Non li conoscevo. Si occupano di giovani-adulti con disturbo borderline della personalità. Problema come altri che pesano sulle famiglie, anoressia, suicidio degli adolescenti. Cose reali, anche se ne parliamo poco. Tabù".

Parlare di Sanremo, ammettiamolo, è più rasserenante. Ha visto il Festival?

"Fa bene: come la nazionale, ci coinvolge, ci unisce. Tanto più se c’è il presidente Mattarella. E Benigni viene a dirci che la nostra Costituzione è la più bella del mondo. Io però ho perso l’abitudine di accendere la tv la sera: tempo perfetto per lavorare con calma".

Senza eccezioni?

"La partita Monza-Milan, come altre, non me la sono persa. Tifo per i rossoneri".

Per chi ha tifato alle Regionali (se è andato a votare)?

"Può scrivere che ho votato Mengoni, sicuramente il candidato favorito", sorride.

Per restare in Lombardia, perché mancano in mostra scorci della sua terra natale?

"Il gallerista ha preferito selezionare canyon dell’Utah e dell’Arizona, cieli hawaiani, grattacieli newyorkesi, però avevo mandato anche uno skyline di Milano".

Le piace che strizzi l’occhio alla Grande Mela?

"Di Milano non mi piace solo l’aria inquinata".

D’accordo con lo stop europeo alla produzione di auto con motori termici?

"A Milano, l’auto non la uso proprio. Solo bicicletta e tram".

La luce che ha fotografato in Islanda ci dice che là è stato felice, giusto?

"Islandese è la madre dei miei figli. E in quell’isola le stagioni disegnano due mondi completamente diversi, ugualmente incantevoli: d’inverno le casette di Reykjavik come nelle sfere carillon di cristallo; d’estate panorami sconfinati, animali liberi".

Nelle sale attualmente, il suo ultimo film “Una gran voglia di vivere“, protagonista femminile Vittoria Puccini, conferma che nei panorami nordici sarebbe più facile anche ritrovare l’amore.

"Nella sceneggiatura la terra dei Vichinghi dovrebbe liberare dallo stress, ma è sopratutto la meta scelta per accontentare il figlio della coppia".

E suoi figli dove hanno chiesto di essere accompagnati? E quando un figlioa ha l’età per viaggiare da soloa?

"I miei due ragazzi hanno un bellissimo ricordo dell’Australia, mi chiedono spesso di tornarci. Da soli? Mah! Io ho cominciato a viaggiare da solo a 14 anni, quando ho cominciato a lavorare. Due settimane di ferie e pochi soldi. Biglietto aperto, zaino in spalla, magliette da barattare magari con un pasto. Come dice la mia mamma: “Erano però altri tempi...“".

Strada ne ha fatta, da quando è uscito da Calcinate “a fare due passi (per citare il suo primo romanzo, 2001)“.

"A Calcinate, per la verità, sono stato solo partorito. Vivevo a Brescia. Lontano mi ha portato, e mi porta sempre, la curiosità. Che è poi il mio vero talento".

Gli italiani gliene riconoscono altri: è lo scrittore più letto. Per di più, tradotto in 24 Paesi. In polacco, albanese...come forse neppure il Manzoni. A novembre, negli Emirati Arabi Uniti, alla Fiera internazionale del libro di Sharjah era presente con la delegazione dell’Italia superpotenza culturale.

"L’ambasciatore Lorenzo Fanara ha parlato di “soft power“, di dialogo, partnership da sviluppare ulteriormente in futuro".

Chissà, Fabio, dove arriverà. Ma dove non ha proprio voglia di andare?

"Ho abbandonato la tv, non mi piace fisicamente. Ma basta che mi dicano di partire, all’estero, e ho già pronta la valigia".

I buoni viaggiatori viaggiano per tornare. Dov’è la sua casa?

"Dove ci sono i miei figli. Per rispondere con un altro aforisma: la casa è dove non comprimi la pancia per sembrare magro".

Sua fissa dimora, da 26 anni, l’amata radio. Residenza anagrafica, comunque, Milano.

"Sì, ma ho anche casa a New York. E una casa, una tana, me la faccio in un secondo, dappertutto. Perché, dicono, sono un Cancro".

Non si può dire che Milano sia un Far West, nonostante l’allerta della Ferragni al sindaco Sala sul problema sicurezza. Qui però, Fabio, ha subito il furto della storica Vespetta. L’appello sui social è servito a ritrovarla?

"I ladruncoli l’hanno abbandonata appena hanno “grippato“, non sapendo che andava a miscela. A trovarla, e a riportarla, sono state le forze dell’ordine".

Ripartirà da qui con i due prossimi film e il nuovo romanzo?

"Tutte le storie partono da Milano...".