I pionieri del primo liceo artigianale d’Italia

Nato sotto la stella di Cometa e nel nome di Oliver Twist, si studia e si fa pratica con i professionisti sviluppando progetti veri di design

Migration

di Simona Ballatore

Sono una dozzina, sanno di essere gli apripista del primo liceo artigianale, imprenditoriale e del design d’Italia, che a Como nasce con loro, nel cuore dell’associazione Cometa e dell’istituto Oliver Twist. Nel nome, l’impresa dei suoi fondatori, salpata dall’apertura di una casa famiglia e approdata nel mondo della formazione per combattere il fenomeno della dispersione scolastica, per dare a tutti un’occasione di riscatto e di crescita (oggi tra i diversi indirizzi si contano 400 studenti).

"I ragazzi che accogliete siano la vostra verità", la frase in presidenza. "Questo nuovo liceo è nato da un’esigenza, dei ragazzi e del territorio. Non è un indirizzo contrapposto agli altri - premette il preside, Giovanni Figini -. Siamo partiti dal liceo scientifico, abbiamo aperto indirizzi professionali, ci siamo occupati di progetti contro la dispersione e di istruzione degli adulti. Adesso torniamo a ragionare sul liceo, che solitamente per come è concepito è molto ’verticale’ e non è poi così vero che apra ’ più porte’. Abbiamo voluto dare un taglio nuovo, lo apriamo il più possibile con uno sguardo anche all’artigianalità che ci circonda e al mercato". Nel liceo del design, una parte del monte ore dei laboratori è dedicato all’artigianato e al design, nella contrada dell’artigianato - a pochi passi - come pure nelle aziende e realtà imprenditoriali comasche, dalle quali provengono anche parte degli insegnanti. Ci saranno Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) molto professionalizzanti, in modo da permettere ai liceali nell’arco dei cinque anni di scoprire passioni, di sperimentare e soprattutto di conoscere meglio sé stessi". Al termine del percorso saranno pronti per affrontare qualsiasi università, per iscriversi negli Its o per lavorare, seguendo il proprio talento. Un tutor li accompagna in questo viaggio.

Al fianco dei pionieri c’è Mario Saetti: "Insieme a loro costruiamo la storia, li accompagniamo nei loro progetti e nella visione che hanno di sé e ci occuperemo anche dell’orientamento in uscita - spiega -. Faremo da raccordo con il mondo delle imprese, che cerca professionalità. E sono certo che impareremo tanto dagli studenti". Gli stessi professori si mettono in gioco, fanno formazione continua, si ascoltano tra loro far lezione per migliorare l’approccio, "per trovare il punto di accensione dei ragazzi e coltivare la passione educativa", sorride Figini. La declinazione sul design si fa concreta, nei laboratori e nei progetti che ogni anno verranno commissionati da clienti veri. Tutti provano a far tutto, si lavora fianco a fianco con i prof.

"All’inizio pensavo di iscrivermi all’indirizzo ’sala e bar’, ma mi è sempre piaciuto disegnare, quando ho scoperto questo nuovo liceo orientato al design mi sono convinto. Continuerò a cucinare per passione, intanto però studio design", racconta Lorenzo, fra gli apripista. Mattia ha già scoperto di essere interessato a economia aziendale, come Federico, che già pensa di coltivarla all’università. "Io vengo da un’altra scuola - alza la mano Giuditta - ricordo il primo giorno lì, mi hanno chiesto solo nome e cognome, eravamo tantissimi. Solo ’numeri’. Sono rimasta sorpresa dall’accoglienza qui, ci hanno mostrato ogni angolo della scuola, ci hanno fatto sentire subito parte integrante della scuola". Che è pure bella e luminosa. "Qui facciamo pedagogia della bellezza", conclude il preside.