Arnoldo Mosca Mondadori: "Il mio incontro con la follia d’amore lontana dal potere e dal guadagno"

L’amicizia con Alda Merini ("Lei è viva") e l’impegno per gli ultimi ("Casa e aiuti alle madri sole e ai poveri")

Arnoldo Mosca Mondadori: "Il mio incontro con la follia d’amore lontana dal potere e dal guadagno"

Arnoldo Mosca Mondadori: "Il mio incontro con la follia d’amore lontana dal potere e dal guadagno"

Con un sorriso profetico, Alda Merini aveva già messo in guardia Arnoldo Mosca Mondadori: "Ti può capitare d’incontrare Madama Follia...”

Così è stato?

"Il titolo del film di Roberto Faenza “Folle d’amore”, dedicato ad Alda, dice bene cosa lei mi ha insegnato: fare scelte controcorrente, ricolme di “follia d’amore“. Lontane dalle logiche del potere e del guadagno, come per esempio negoziare la fine di una guerra".

Amicizia decennale, la vostra?

"Sì, dal nostro primo incontro, lei sessantenne, al “Charlie Bar” dove faceva colazione, fino alla sua morte. Correggiamo: Alda è sempre presente".

Sparito proprio quel pub, nella zona a sempre più alta densità di bar, andiamo a sederci sui gradini della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Alzaia Naviglio Grande 34, dove la Merini ventiduenne sposò il prestinaio del quartiere.

"E continuava a venire, a inginocchiarsi, a pregare in silenzio. Pochi metri più avanti, da questa parte del canale, abito io con mia moglie e i nostri tre figli".

All’Alzaia ha sede pure la Casa dello Spirito e delle Arti, da quando?

"Nel 2012 l’abbiamo aperta, per “dare una casa“ ai progetti già da tempo maturati al servizio dell’umanità scartata".

I carcerati?

"Sì, in particolare le persone detenute (fondamentale dire “persone“ prima che “detenute“). Per dare loro dignità. Abbiamo incominciato a far produrre il pane della Santissima Eucarestia nel carcere di Opera, e oggi oltre 7 milioni di ostie escono da 18 laboratori nel mondo, anche nella striscia di Gaza bombardata. Ostie sempre donate, a più di duemila diocesi italiane e straniere, per testimoniare la “follia“ dell’amore di Dio".

Mistico, Arnoldo, la definiscono per i suoi ardenti scritti. Un tempo, sinonimo di folle di Dio. Eppure mette d’accordo la carne e lo spirito. Ci riesce perché milanese?

"Ci riesco solo per la grazia di Dio. Comunque, se non fossi nato qui a Milano, in un contesto familiare pieno di amore, forse avrei potuto fare di peggio rispetto alle persone che incontro in carcere. E ammetto che c’è, indefinibile, nell’aria di Milano un ingrediente che fa fare cose bellissime per gli altri, con gli altri, se uno ha voglia di lavorare".

Un senso del pratico?

"Fare bene il bene, senza ostentazione. Come ha fatto Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, aiutandoci a sviluppare il progetto “Il senso del Pane”: nei laboratori di produzione di ostie, il lavoro retribuito risolleva chi lo pratica, e così soccorre pure la propria famiglia. Sì, per i

milanesi l’elemento spirituale si esprime nella concretezza delle azioni".

Anche per i napoletani: “L’amico vero non dicette, ma facette”.

"Infatti, con la Fondazione San Gennaro abbiamo stabilito una magnifica alleanza. Memori della salda amicizia tra Sant’Ambrogio e il collega vescovo partenopeo San Severo".

Dal Naviglio, nel Mediterraneo.

"Teatro dell’Odissea dei migranti. I loro barconi, li portiamo nelle liuterie delle carceri di Opera e di Secondigliano, dove i legni intrisi di dolore e di speranza sono trasformati in strumenti musicali. Di recente, sono stati suonati alla Scala. Lo saranno a Lucerna, il 23 maggio. E dall’Orchestra Cherubini, diretta da Riccardo Muti, al Festival di Ravenna in luglio".

Per finire, il Paradiso, vorremmo augurare. O, almeno, come evitare che questo mondo diventi un Inferno?

"Mi ha fatto inorridire l’applauso dei parlamentari francesi che hanno sancito il diritto costituzionale all’aborto. Per la scienza, la vita umana è vita umana dal concepimento. Basta con le ideologie pietrificate! Devono nascere nuove politiche: una casa, un assegno di sostegno, strumenti utili da offrire alle madri in difficoltà, che vogliano tenere il loro bambino. E poi le adozioni, come sapeva Madre Teresa di Calcutta, strumenti d’amore, da favorire".