BARBARA CALDEROLA
Sustainability Winter School

Cap, acqua e rifiuti per la sostenibilità. Il presidente Santagostino: “I Comuni a scuola di cambiamento”

Il gestore del ciclo idrico di Milano. “Città spugna, 90 piani, 50 milioni da investire, la biopiattaforma”. Le idee da condividere

Yuri Santagostino, presidente di Cap, alla Sustainability Winter School

Yuri Santagostino, presidente di Cap, alla Sustainability Winter School

MILANO – Una scuola per amministratori pubblici lombardi, Sustainability Winter School, contro la febbre del pianeta. A idearla Cap, gestore del ciclo idrico nella Città Metropolitana di Milano, che ha appena inaugurato la seconda edizione. Ad aprirla, il presidente Yuri Santagostino.

In questo campo siete punto di riferimento. Un progetto innovativo?

“Città spugna, 32 comuni coinvolti, 90 piani per 50 milioni di investimento in arrivo dal Pnrr. L’idea di fondo è mettere il territorio al riparo dagli effetti degli allagamenti, sempre più insidiosi. Interveniamo nelle piazze, nei parcheggi, nelle aree sportive con opere di ingegneria idraulica che favoriscono il drenaggio e di vera e propria rigenerazione urbana, piantando alberi”.

Ma c’è anche la bio piattaforma di Sesto?

“Un esempio di economia circolare. Dai rifiuti umidi raccolti nei comuni della zona ricaviamo biometano immesso in rete per gli stessi utenti. Abbiamo anche avviato un impianto di smaltimento fanghi, residui di depurazione. Non un solo chilo di questi scarti finisce in discarica nel nostro perimetro d’azione. Per noi è un modo per chiudere il cerchio”.

Siete impegnati contro le perdite idriche.

“In prima linea. Un problema che affligge il Paese, in Italia la dispersione è al 40%, noi nei 6.500 chilometri della nostra rete siamo al 20%, ma grazie a 80 milioni in arrivo sempre dal Piano ripresa e resilienza scenderemo a 16 attraverso la digitalizzazione e modelli predittivi che aiutano a intervenire, dove è necessario. L’efficienza è doppia: non sprechiamo risorse e tagliamo i costi legati a spostare acqua da un punto all’altro.

Condividete il vostro patrimonio con altre aziende?

“Sì. A cominciare da A2a con la quale realizzeremo 10 parchi fotovoltaici sui nostri depuratori. Un modo per aumentare anche la autonomia: Cap è un’azienda energivora”.

Chi è il gestore perfetto?

“È quello che coinvolge i propri soci in scelte condivise ed è attento all’impatto ambientale degli impianti. Una volta si guardava solo al ritorno economico, oggi non possiamo prescindere da una valutazione di tutto quel che facciamo sull’ecosistema. Bisogna saper indirizzare gli investimenti fra tariffe equilibrate e rinnovabili. Un’operazione complessa, basta ricordare che durante la crisi energetica i nostri costi sono cresciuti del 20%”.

E l’utente perfetto?

“Usa meno acqua, noi ne adoperiamo 200 litri al giorno pro capite, quasi il doppio degli altri europei. Nel conto c’è tutto: da lavarsi i denti alla lavatrice. Siamo anche tra i più grandi consumatori di minerale in bottiglia, eppure nei nostri tubetti arriva acqua controllata con verifiche che si possono leggere sul nostro sito in tempo reale”.

Perché una scuola?

“Fa parte del rapporto fra gestore e amministrazioni che devono mettere a terra le politiche ambientali. È un banco di confronto e di formazione per affrontare sfide che sono molto diverse anche solo rispetto a 10 anni fa”.