GIULIO MOLA
Inter

Finale Champions Leagaue Inter, l’amarcord di Massimo Moratti: "Inzaghi come il mio Mourinho. Due vincenti"

L’ex patron nerazzurro ricorda il suo trionfo a Madrid del 2010 in attesa della sfida al Psg del 31 maggio a Monaco: "Quando vedo l’Inter fatico ad addormentarmi...".

Massimo Moratti con José Mourinho festeggia il Triplete del 2010

Massimo Moratti con José Mourinho festeggia il Triplete del 2010

Milano – Molti degli eroi del fantastico Triplete saranno sabato sera a Monaco di Baviera, probabilmente Massimo Moratti preferirà il divano di casa (o del suo buen retiro di Imbersago) con gli affetti familiari. Ma il “presidentissimo“ vivrà anche questa partita della sua Inter da tifoso, come sempre, anche se non più da primo. "Vero, come tutti sono in tensione - ammette l’ex patron dei nerazzurri che solo pochi giorni fa ha spento le 80 candeline con una meravigliosa festa cui hanno partecipato un centinaio di suoi ex calciatori -. Non ho mai dovuto faticare troppo la sera per addormentarmi, ma quando c’è l’Inter sale la tensione e sarà così la notte della vigilia e soprattutto la sera del 31 maggio. Quanta tensione... "

Rispetto ad Istanbul si arriva però da favoriti...

"Si ma non ci si deve fidare di questo, tutte le finali sono imprevedibili. Poi quando parli di Inter sai sempre che può capitare di tutto. Non esistono missioni impossibili, e neppure facili".

Per i Moratti, si sa, la Champions League o se preferisce la Coppa dei Campioni è sempre stato un affare di famiglia, visto l’albo d’oro dove compare il suo nome e per due volte quello del suo papà Angelo...

"Arrivare ad un appuntamento come la finale di Champions League è un motivo di grande orgoglio. Aggiungiamo il fatto che questa volta l’Inter arriva sino in fondo dopo aver eliminato Bayern Monaco e Barcellona, e questo dà certamente più valore e prestigio all’impresa. Anche se questa non è più l’Inter della famiglia Moratti".

Lei in passato era stato critico verso Simone Inzaghi, ma negli ultimi tempi sembra essersi ricreduto...

"Vero, e questo mi fa piacere. Nella vita si può sempre fare un passo indietro. Inzaghi ha fatto molto bene, la squadra gioca bene a calcio e malgrado alcune sconfitte in campionato ha portato a casa risultati importanti".

Una differenza tra il suo Mourinho e Inzaghi?

"Simone si avvicina a Josè. Vero, hanno due caratteri diversi, forse Inzaghi è più tranquillo ma entrambi sanno come si vince. E poi Simone mi piace perché sa come farsi amare dalla squadra. E non smette mai di studiare, di imparare".

La forza di questa Inter rispetto alla sua?

"Credo che negli ultimi anni Marotta e Ausilio abbiano messo insieme una squadra fortissima, con 22 elementi di livello malgrado un budget limitato. E poi la mia era una squadra con tanti stranieri, questa invece ha tanti italiani e tutti fortissimi. Però, ripeto, bisogna dire bravo soprattutto a Inzaghi, che ha saputo amalgamare questo gruppo. Abbinare coesione, risultati e bel gioco è una delle cose più difficili".

E invece della “sua“ Champions vinta nel 2010 che ricordo ha?

"Già molto prima della finale ero convinto che avremmo battuto il Bayern. È stata una grande emozione, non una sofferenza".

Sia sincero: è stata più importante la Grande Inter di papà o la sua?

"Non ci sono dubbi: di Grande Inter ce n’è stata una sola, quella di mio padre, perché ha cambiato il corso della storia del calcio. Vincere due Coppe dei Campioni di seguito è stata un’impresa memorabile. E avevamo ormai conquistato la terza, in quella finale col Celtic, apparentemente facile eppure persa, ancora non si sa come. Ad ogni modo l’Inter di Herrera e quella di Mourinho hanno molte affascinanti analogie, a partire proprio dagli allenatori".

Per voi Moratti essere presidenti di un club come l’Inter è stata più una responsabilità o un privilegio?

"Sicuramente ci vuole un grande senso di responsabilità nell’essere presidente, ma questo deriva dal dovere verso questo club. Ma prima di tutto c’è stato il piacere per me e anche per mio padre di aver ricoperto questo ruolo. Trattare ogni giorno qualcosa che si ama è stato un privilegio".

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