Scomparso in Valmalenco, la verità dal telefonino

L'indagine ad una possibile svolta

Il rifugio dove Mattia è stato visto per l'ultima volta

Il rifugio dove Mattia è stato visto per l'ultima volta

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 18 dicembre 2018 - Gli inquirenti non si sbilanciano e per il momento non è possibile avere notizie ufficiali, ma l’indagine sulla scomparsa di Mattia Mingarelli potrebbe presto vedere una svolta, se non altro per quanto riguarda il fascicolo aperto in Procura a Sondrio. Difficile, se non impossibile, infatti, che l’indagine sia ancora semplicemente per persona scomparsa.

Se così fosse, non si spiegherebbe la presenza, ancora, dei sigilli al Ristoro Barchi, l’ultimo luogo dove il 30enne comasco di Albavilla, di professione agente di commercio per la Trussoni Beverage di Dubino, sarebbe stato prima di svanire nel nulla. Infatti, per giustificare un sequestro preventivo così lungo (sono ormai 11 giorni che Mattia è scomparso, e i sigilli sono stati messi il giorno successivo, così come nella baita della famiglia Mingarelli e sull’Audi A1 con cui il giovane è salito in Valmalenco) si presuppone che e il fascicolo aperto dalla Procura di Sondrio sia per un reato e non per un incidente.

Un fascicolo che potrebbe essere ancora contro ignoti, certo, ma che comunque con ogni probabilità prevede un reato, che potrebbe essere il sequesto di persona o l’omicidio, per fare qualche esempio. Gli inquirenti però, come detto, non si sbilanciano. «Non posso rispondere – si è limitato a dire ieri il procuratore capo della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi -. Stiamo svolgendo ulteriori accertamenti e vi faremo sapere eventuali aggiornamenti».

Si lavora ancora, quindi, e senza sosta. Sospese, o quasi, le ricerche (alcuni uomini del Comando dei Vigili del fuoco di Sondrio sono ancora impegnati nella zona boschiva dei Barchi, ma non più lo spiegamento di forze impegnato per giorni subito dopo la scomparsa) ora si indaga soprattutto scandagliando i tabulati telefonici e il traffico registrato in quota quel giorno. L’obiettivo è individuare tutte le persone presenti in quell’area circoscritta tra la casa e il rifugio e che potrebbero avere a che fare in qualche modo con la scomparsa di Mingarelli. Intanto, i familiari vivono un’angoscia profonda. La sensazione è che non si aspettino risultati dalle ricerche nella zona boschiva. Come se, in realtà, un’idea su cosa possa essere successo se la siano fatta.