Valdisotto, l’Oscar green di Coldiretti premia la cooperativa Solares

Dà lavoro a persone con disabilità ed extracomunitari

Cooperativa Solares (Orlandi)

Cooperativa Solares (Orlandi)

Valdisotto, 31 agosto 2017 - E' l'anima sociale dell’agricoltura che ha ricevuto l’Oscar green 2017 di Coldiretti. Quella dalla Cooperativa sociale So.La.Re.S. (solidarità, lavoro, reinserimento sociale), rappresentata dalla giovane collaboratrice Elisa Bonesi. Nata nel 1994 in Alta Valle per dare lavoro e opportunità a persone in difficoltà e con vario grado di disabilità come nuovi poveri, disoccupati, alcolisti ed extracomunitari, So.la.re.s sviluppa la sua azione in tre ambiti. Il primo è il laboratorio di stampa e legatoria, il secondo il servizio di pulizia, dove il personale è numericamente maggiore, e il terzo l’azienda agricola sociale «Il Vivaio» che ha ricevuto il riconoscimento dei Coltivatori diretti. In totale, «sono 12 le persone assunte nella cooperativa, di queste sei normodotate e le altre con vario grado di disabilità. Agli assunti si aggiungono sei tirocini riabilitativi, retribuiti dall’ente che li manda, cui proponiamo un’occupazione produttiva del tempo. Accoglierli per noi è piacere, ma anche un costo non indifferente che andrebbe ripagato a livello monetario dall’ente che li invia», spiega il presidente della cooperativa Arrigo Lazzeri. Nel Vivaio, a 1200 metri di quota, in località Santa Lucia, Comune di Valdisotto, la cooperativa coltiva ortaggi di tutti i tipi senza pesticidi, utilizzando solo acqua e letame.

Nella terra crescono in abbondanza insalate, zucche, zucchine, cavoli, rape, finocchi, sedano e altre verdure «biologiche di fatto, anche se non abbiamo la certificazione». Su quattordicimila metri quadrati totali, 6.000 sono coperti da ortaggi, 1.200 dalle serre dove crescono piccoli frutti. Fragole e lamponi che la cooperativa fa crescere praticando una coltivazione sospesa, «un sistema professionale che si basa sulla fertirrigazione, unico nel suo genere in Alta Valle», aggiunge. La restante porzione di terreno è dedicata alla fattoria didattica con gli animali, capre, conigli, galline, pony e asini e, per 3500 metri, alla segale. Coltivata fino agli anni ‘70, è stata progressivamente abbandonata. «Noi l’abbiamo recuperata, utilizzando una semente autoctona. Stiamo raccogliendo le spighe in questi giorni». Si occupano di tutto il processo, dalla semina del chicco alla produzione della farina in tre tipologie che distribuiscono anche alle pizzerie. «Siamo interessati a partecipare al progetto dei panifici della Valtellina dedicato alla produzione di pane con la sola segale autoctona», precisa. Un’attività a tuttotondo, che fa della naturalità e della possibilità di riscatto sociale i suoi punti di forza, cui il mercato sta rispondendo con entusiasmo. «Questo mese di agosto abbiamo venduto parecchio - conclude - Tanti i turisti che sono venuti a trovarci. Erano ben felici di portare a Milano frutta e verdura così sane. Quando era possibile gliele facevamo addirittura raccogliere».