Tirano, l'appello del sindacato: "Treni, non c’è solo il Bernina"

Giorgio Nana della Cgil: la Lombardia impari dalla Svizzera

Pendolari salgono su un vagone della linea Tirano-Milano

Pendolari salgono su un vagone della linea Tirano-Milano

Tirano, 21 aprile 2019 -  «Benissimo il Trenino Rosso ma non dimentichiamoci della tratta ferroviaria Tirano-Milano»: questo il commento di Giorgio Nana, delegato della Cgil, in seguito agli ottimi risultati ottenuti nel 2018 dal treno del Bernina. Lo scorso anno il convoglio – dichiarato patrimonio dell’Unesco – ha registrato 670mila passaggi nella città di Tirano, rispetto ai 639mila del 2017.

«Fa piacere sapere che i treni svizzeri funzionano – sottolinea il sindacalista – intanto, però, i nostri subiscono continui ritardi e, da tre anni, la stazione della Città Aduana, nel generale disinteresse della politica, è stata chiusa». Il problema non va collegato unicamente a un calo dei servizi, pure importantissimi, per i residenti, ma va anche messo in relazione con l’imponente flusso turistico che ha investito il Terziere superiore: «A Tirano – prosegue Nana – sono transitati visitatori provenienti da 55 nazionalità diverse, che non hanno avuto la possibilità di interagire con un volto umano all’interno della locale stazione. Una località turistica non può basare il proprio trasporto ferroviario sull’acquisto dei biglietti nei bar e alle macchinette elettroniche, senza contare che il personale delle ferrovie presidia il territorio, scongiurando e prevenendo eventuali atti vandalici perpetrati sui treni o all’interno delle stazioni».

I disagi non riguardano, purtroppo, la sola Tirano: sulla tratta che percorre tutti i giorni la Valtellina transitano, quotidianamente, ben 70 treni provenienti o diretti a Milano. «I ritardi sono così frequenti a causa dell’unica linea di cui possiamo disporre – denuncia Nana –. Basta che un solo convoglio subisca un guasto e si creano ritardi a catena su tutta la tratta. Per ovviare al problema potremmo ridurre il numero delle corse: non ha infatti senso far viaggiare treni semi-vuoti che potrebbero benissimo essere sostituti, come già abbiamo fatto negli ultimi anni, con un efficiente servizio di bus navetta. Spesso ci si lamenta che i territori alpini si stanno velocemente spopolando ma non possiamo chiedere ai giovani di rimanere a vivere qui se non forniamo loro servizi essenziali come il trasporto pubblico». Centrale, per risolvere la criticità, anche l’abbassamento dell’età media del parco treni: negli scorsi mesi, in concomitanza con i numerosi disservizi che avevano caratterizzato la tratta Colico-Chiavenna, i vertici regionali avevano promesso l’acquisto di nuovi convogli: «A giugno – conclude il sindacalista – ci è stato assicurato che potremo contare sull’arrivo di due nuovi convogli».