Travolto in scooter, muore a 18 anni: l'investitore subito a processo

Mirza Trokic, 38enne infermiere di origine slave, era ubriaco al volante

Mirza Trokic

Mirza Trokic

Sondrio, 18 gennaio 2019 - Mirza Trokic, l’infermiere 38enne di origini slave accusato di omicidio stradale aggravato, verrà processato con rito immediato e il processo si aprirà il prossimo 14 maggio. Il giudice Carlo Camnasio ha infatti accolto la richiesta del procuratore capo Claudio Gittardi del giudizio immediato, previsto quando l’indagato si trova in stato di custodia cautelare in carcere.

E lì, in carcere, il padre di famiglia si trovava fino a mercoledì 2 gennaio, una detenzione durata un mese e mezzo e ora sostituita dagli arresti domiciliari. Attorno alle 23.30 di venerdì 19 ottobre, mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro a Gravedona con un tasso di alcol nel sangue di 1,88 grammi per litro, durante una manovra di sorpasso a forte velocità all’altezza di Castione, Mirza Trokic ha travolto una moto Hm50, uccidendo Daniele Bertolini, solo 18 anni, studente dell’Itis, residente a Buglio in Monte con mamma e papà. La custodia cautelare è stata motivata anche dal fatto che il conducente aveva precedenti alle spalle. In particolare, era già stato trovato alla guida di un’auto sotto l’effetto di stupefacenti e aveva causato un incidente, quella volta senza feriti. Per l’incidente del 19 ottobre le conseguenze saranno pesanti: Trokic rischia una condanna fino a 12 anni di reclusione. E con ogni probabilità la sua difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Romualdi, opterà per il rito abbreviato in modo da poter beneficiare dello sconto di pena di un terzo.

Il 38enne aveva subito raccontato in lacrime la sua verità: quella sera, terminato il turno di lavoro all’ospedale di Gravedona, alle 21, si era messo in auto per rientrare in valle. A Dubino, però, si era infilato in un bar dove si era fatto servire un cocktail a base di vino e super alcolici. Poi era salito a bordo della Passat e aveva schiacciato l’acceleratore per rientrare a casa. «Non l’ho proprio vista la moto, per questo non ho frenato», si era giustificato davanti al giudice che lo ha interrogato in carcere.