Sondalo, pioggia di firme in difesa dell'ospedale Morelli

Le rassicurazioni non bastano a tranquillizzare l’Alta Valtellina. La petizione online è già un successo da quasi 7.000 sigle

Un  incontro  con il comitato pro “Morelli”

Un incontro con il comitato pro “Morelli”

Sondalo (Sondrio), 29 ottobre 2019 -   Lo studio sulla riorganizzazione della sanità in provincia di Sondrio continua a far discutere. Nonostante le rassicurazioni da parte di Regione Lombardia, che attraverso i due assessori Giulio Gallera (Welfare) e Massimo Sertori (Montagna) ha illustrato lo studio parlando di un rilancio dell’ospedale “Morelli” di Sondalo, che diventerà la sede del Dipartimento di emergenza della montagna e riferimento nazionale per le patologie pneumologiche e per la cura della tubercolosi, gli abitanti dell’Alta Valtellina sono decisamente preoccupati. Tanto che in pochi giorni la petizione online sul portale Change.org “L’ospedale di Sondalo non deve essere chiuso” ha raccolto quasi settemila firme, con un obiettivo dei promotori di 7.500 sottoscrizioni che probabilmente a questo punto verrà raggiunto a breve.

"L’Alta Valtellina resterebbe senza un presidio importatissimo per la popolazione – si legge nelle motivazioni a corredo della raccolta firme -. A Tirano ci sono solo poliambulatori e non di tutte le tipologie specialistiche, l’alternativa resterebbe solamente l’ospedale di Sondrio e per gli anziani, i bambini e i disabili il problema si presenta molto ostico. L’ospedale di Sondalo ha dei reparti specialistici all’avanguardia e non deve essere chiuso, ci sono tanti utenti che, nel caso avessero la necessità di un ricovero o di una visita da Pronto soccorso, rischierebbero la vita, particolarmente tutti i residenti in molti Comuni, Bormio, Livigno, Tirano e Sondalo solo per fare alcuni nomi di località conosciute".

Quello degli spostamenti è il problema principale indicato dai promotori: "È impensabile per esempio - continuano - che una persona anziana, magari sola, possa arrivare con il pullman fino a Sondrio, oppure che una persona sotto attacco cardio-circolatorio venga trasportata in tempo, per non aggiungere i vari casi di ictus e tutte le altre situazioni di emergenza. Chiediamo quindi all’amministrazione dell’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna di rivedere le decisioni prese e di tenere in considerazione la popolazione che necessita di un ospedale il più vicino possibile, e di continuare l’ottimo lavoro dei medici che operano nell’ospedale di Sondalo. Sono già chiusi quelli di Morbegno e Tirano, non lasciamo che Sondalo venga chiuso".

Un’ipotesi, quella della chiusura del “Morelli”, che seppur non ufficialmente contemplata al momento ha comunque il potere di suscitare allarme e preoccupazione in Alta Valle, e lo dimostra proprio il gran numero di firme raccolte in poche ore per evitare che l’ospedale sondalino possa chiudere i battenti.  Solo pochi giorni fa aveva espresso le proprie preoccupazioni sul futuro del “Morelli” l’ex sindaco di Sondalo ed ex presidente della Conferenza dei sindaci, Luigi Grassi. "Il piano presentato dagli esperti del Politecnico si annuncia già inefficace per la sanità di montagna e devastante per l’ospedale Morelli. Un Dipartimento di emergenza della montagna (nuova sigla per giustificare il trasferimento del Dipartimento Dea a Sondrio) senza l’attività chirurgica è una medicheria – ha detto -. Così l’avrebbero chiamata, più seriamente, qualche anno fa. Se fosse confermato tutto ciò che si legge, seppur annunciato con entusiasmo ed enfasi, per Sondalo sarà la fine che anticiperà un tracollo della sanità di montagna, a tutto vantaggio di Gravedona (ospedale privato, ndr ), non di Sondrio. La sanità di montagna autonoma, dicevano". E per molti non sarà più così.