MANUELA MARZIANI
Cronaca

Solidarietà tra vigneron E la vendemmia è salva

La cantina di Fabiano Giorgi, spazzata via un mese fa dall’ondata di maltempo "Tanti produttori si sono fatti avanti per aiutarmi. Non li ringrazierò mai abbastanza"

CANNETO PAVESE (Pavia)

di Manuela Marziani

Non sempre quando si parla di lavoro si riesce ad essere solidali e ad andare in soccorso di un collega in difficoltà. Non sempre, ma questa volta è accaduto. Fabiano Giorgi, produttore di vini molto noto nel mondo enologico dell’Oltrepo pavese, un mese fa si è ritrovato con la sua storica e omonima cantina completamente distrutta. Macchinari ricoperti da quasi due metri di fango e muri sfondati a 20 giorni dall’avvio della vendemmia sembravano segnare irreparabilmente l’annata. Invece, una sessantina di colleghi hanno chiamato Giorgi e gli hanno offerto il loro aiuto mettendo a disposizione attrezzature e cisterne.

"Non era scontato – dice Fabiano Giorgi –. Mi aspettavo solidarietà perché ho un ottimo rapporto con tutti i produttori di vini, ma non avrei mai potuto presupporre sostegno simile. Mi hanno messo a disposizione enologi e personale. Dai produttori più piccoli ai più grandi hanno rinunciato a molto per aiutarci". Dopo aver ricevuto tante offerte d’aiuto, Giorgi ha potuto scegliere a chi dare le proprie uve giunte a maturazione. Le Pinot vengono così portate in cinque aziende della zona, individuate tra quelle più vicine e con una buona capienza.

"In un momento tanto difficile, a ridosso della vendemmia - sottolinea Carlotta Achilli, titolare dell’azienda Francesco Achilli una dei produttori insieme ad Ottavia Giorgi di Vistarino della Cantina Conti di Vistarino con cui Giorgi sta lavorando per il Pinot nero - non potevamo fare altrimenti". E, dopo aver ultimato l’uva Pinot, Giorgi penserà anche alla rossa sempre contando sull’aiuto dei colleghi.

"Hanno cominciato prima la vendemmia per me – ha proseguito il produttore – e sono venuti a cercarmi. Il giorno del nubifragio, ero frastornato, soltanto successivamente avrei pensato a che cosa fare con le uve che ormai erano pronte per la vendemmia. Gli altri produttori non mi hanno lasciato il tempo di disperarmi".

La cantina storica di Giorgi nel frattempo è ancora inagibile; deve essere pulita e bonificata. "Dovremo ricomprare la maggior parte dei macchinari – dice ancora il produttore – e ci penseremo. Per il momento, dopo l’uva Pinot toccherà alla rossa sempre in una vendemmia itinerante". Perché il 2022 passerà alla storia come un’annata anomala. "Il grado è buono e l’acidità bassa – sottolinea il produttore –. L’uva è ottima. Ma il mosto è poco, quindi la resa è bassa anche se il vino si annuncia di qualità. Una volta terminata la vendemmia spero che si discuta di cambiamenti climatici. Siccome non credo che si debbano riconvertire le colture cambiando lo splendido panorama delle nostre colline che hanno una superficie vitata di 13.500 ettari, una delle più grandi d’Italia, ritengo che si debba intervenire con altre soluzioni da discutere con i maggiori esperti".