MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Spaccio, nella baita una parte del "tesoro"

Gli investigatori hanno scoperto 15mila euro all’interno di un televisore di un immobile in Val Fontana di madre e figlio arrestati

La scoperta degli uomini in divisa nel televisore

Chiuro, 9 giugno 2020 - Un’ingente somma di denaro nascosta in un vecchio televisiore. In totale 15mila euro. A trovare i soldi, a seguito di un’ulteriore attività investigativa riconducibile alla recente operazione contro lo spaccio in Valtellina, personale della Squadra Mobile, coordinato dalla Procura di Sondrio. La cospicua somma di denaro era all’interno di una baita, situata in Val Fontana, nel territorio comunale di Chiuro, baita in comproprietà fra Federica Salomoni, 55 anni, impiegata nella società pubblica Secam (estranea ai fatti che la riguardano) e una sua stretta familiare che però non la utilizza da anni e nella disponibilità del figlio di Federica, Nicolò Marsetti, 23 anni, arrestato nei giorni scorsi nella suddetta operazione assieme alla madre.

L’importante indagine aveva portato la magistratura di Sondrio, l’allora procuratore Claudio Gittardi (nel frattempo approdato alla guida degli uffici giudiziari di Monza) e il sostituto Marialina Contaldo, a chiedere e a ottenere dal gip Pietro Della Pona l’emissione di 19 misure cautelari, di cui quattro in carcere (oltre a madre e figlio, Ferruccio Ronzio e il pregiudicato pugliese Vitantonio Briganti), sei agli arresti domiciliari e i restanti nove all’obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria. Il denaro,sequestrato in quanto ritenuto dagli investigatori provento dell’attività di spaccio, era custodito in involucri termosaldati di tre mazzette di banconote di diverso taglio, riconducibili all’attività organizzata dal figlio, auto, moto e orologi di lusso, amante della bella vita, che gestiva - secondo gli inquirenti - un florido traffico di cocaina e marijuana provenienti, in prevalenza, dalla Spagna e dall’hinterland milanese. I due sono detenuti nel carcere sondriese di via Caimi. Madre e figlio , dopo gli arresti, hanno parlato indirizzando i detective della Mobile in Val Fontana, dove c’era il piccolo tesoro ?

"Assolutamente no - spiega il dottor Carlo Bartelli, vice questore e dirigente della Squadra Mobile -. Non abbiamo ricevuto alcuna imbeccata. Ma la casa, intestata alle due donne, ricorreva spesso nelle conversazioni intercettate agli indagati durante l’attività tecnica e allora abbiamo deciso di approfondire anche lassù, nella baita in montagna, gli accertamenti investigativi". Secondo le indagini la droga importata dalla Spagna ammonta a circa 59 kg di marjiuana e ad essere spacciati anche 600 grammi di cocaina. E durante l’esecuzione delle numerose misure cautelari sequestrati, a fine maggio, altri 26 kg di marjiuana. Tutti gli arrestati, dopo gli interrogatori di garanzia, si sono visti confermare le misure restrittive.