Scappa in Brasile con la figlia piccola: modella condannata a 5 mesi

Destinataria della sentenza una quarantenne, trascinata in giudizio dall’ex compagno bresciano per sottrazione di minore

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Scappa in Brasile con la bimba di pochi mesi, il padre perde le tracce di madre e figlia. E il Tribunale, al termine del processo in abbreviato, la condanna a 5 mesi e 10 giorni (pena sospesa). Destinataria della sentenza, una modella brasiliana quarantenne, trascinata a giudizio dall’ex compagno bresciano per sottrazione e trattenimento di minore all’estero, un reato punito fino a quattro anni di reclusione. La storia prende le mosse dalla denuncia di un imprenditore gardesano, benestante, qualche anno in più. "Non ho contatti con la mia bambina da un anno e mezzo. Non so dove sia, e nemmeno se stia bene". La vicenda è l’epilogo di una relazione naufragata nel peggiore dei modi. Una relazione iniziata dieci anni fa, sui social. Nel 2012 la signora si trasferì in Italia, nella villa di famiglia del fidanzato, a San Felice del Benaco. La storia proseguì tra alti e bassi senza colpi di scena finché lei a fine 2017 rimase incinta. Nell’ottobre 2018 nacque una bimba. Da quel momento in poi, le versioni tra padre e madre hanno preso strade opposte, e non si sono più incontrate. Stando all’imputata, l’ex contrastava la gravidanza, le avrebbe chiesto di abortire e poi, di fronte al rifiuto, l’avrebbe obbligata al test del Dna, poi avrebbe iniziato a vessarla. Approfittando di un periodo in cui per problemi di salute lei era tornata nel Paese d’origine, il compagno l’avrebbe tradita. Dopo litigi e presunte violenze – negate con forza dalla controparte – la coppia decise di porre fine alla relazione. In un accordo, ha riferito la difesa che aveva chiesto l’assoluzione - fu messo nero su bianco che residenza di mamma e figlia sarebbe stata in Brasile. "A fare scappare la mia assistita è stata la paura, nessuna volontà di togliere la figlia al padre. Lui potrebbe andare a trovarla quando vuole. Una volta, la bimba già nata da un paio di mesi, la signora fece ritorno in Italia. Lui la andò a prendere in aeroporto e anziché portarla a casa girò l’auto verso un posto isolato. "Adesso sei in Italia e comando io, la minacciò". Dal canto suo il padre, parte civile con l’avvocato Gabriele Cominotti, ha negato di essersi opposto alla gravidanza ("Pochi mesi prima della nascita eravamo felici in Thailandia"), qualsiasi violenza ("Cercò lei di investirmi con l’auto") e di avere acconsentito al trasferimento oltreoceano della piccola.

"Come posso vedere e sentire mia figlia che non ho notizie da 15 mesi? - ha detto l’imprenditore, convinto di essere ricattato perché la donna puntava al suo patrimonio - Nel marzo 2020 il tribunale dell’Aja le impose il rientro in Italia ma la sentenza slittò per il Covid. E’ diventata esecutiva nel marzo seguente, ma quando sono andato in Brasile non ho trovato nessuno. La mia ex non risponde al telefono, nella casa in cui diceva di vivere non c’è. Sono tornato anche a novembre, senza esito. E questo mentre ho ottenuto l’affido esclusivo (a maggio vi sarà il processo d’appello, ndr), senza tener conto del fatto che lei è perseguita dalle autorità brasiliane per alienazione di minore". La procura aveva chiesto la condanna a 5 anni e 10 giorni. E il giudice, Paola Giordano, ha accolto la tesi accusatoria.

Beatrice Raspa