Valchiavenna, la frana di Gallivaggio sta rallentando

Il responsabile del Centro monitoraggio geologico: "Dal pomeriggio di domenica scorsa si registra una decelerazione nei movimenti della massa rocciosa"

I massi sono franati sulla statale 36

I massi sono franati sulla statale 36

San Giacomo Filippo, 17 aprile 2018 - La frana  di Gallivaggio sta rallentando: dal pomeriggio di domenica scorsa si registra una decelerazione nei movimenti della massa rocciosa. Questo il risultato delle misure che il Cmg (Centro Monitoraggio Geologico) di Arpa Lombardia sta effettuando per il quarto giorno consecutivo con un controllo costante di 24 ore. I tecnici infatti sono operativi giorno e notte dal 13 aprile scorso, quando intorno alle 8 alcuni metri cubi di roccia si sono staccati al vertice della parete arrivando fino alla statale 36 e al santuario sottostante.

In seguito a questi fenomeni come continua a operare l’Arpa? Ne parliamo con Luca Dei Cas, responsabile del Cmg. "In casi come questo, Arpa – illustra Dei Cas - continua la sua attività di controllo sia con misure manuali  sia con la strumentazione tecnologicamente avanzata: il Ground SAR radar. Come dice il nome stesso, si tratta di un radar che in tempo reale dai piedi della parete rocciosa la "fotografa" per macroaree. In buona sostanza - chiarisce Dei Cas - se si ha un distacco, un movimento piccolo, il Radar non riesce a leggerlo: vede la macro area, ma non la micro. Anche per questo diventano poi basilari i sopralluoghi fisici dei tecnici e le misure effettuate in campo dalle nostre Guide Alpine. Così con il monitoraggio costante, attraverso modelli e strumenti, si tenta di verificare se quel primo crollo e quanto avviene in parete sia l'indizio di qualcosa di più grande. Il radar che misura i movimenti dalla parete è per il geologo - esemplifica l'esperto - quello che rappresenta il termometro per il medico. Non è detto che la febbre sopra i 37 sia l'indizio di una broncopolmonite, ma sicuramente sta a significare che il paziente non è in salute. Così per i movimenti della parete". 

"In seguito al primo crollo di venerdi scorso, Arpa, che controlla la parete da anni ed aveva individuato l'area in accelerazione dallo scorso autunno, si è subito attivata - spiega Dei Cas - effettuando un sopralluogo sul posto con un primo sorvolo, necessario per identificare il punto di distacco. Ciò ci è servito - precisa il responsabile del Cmg - per ricalibrare le analisi, programmare le attività e meglio definire le acquisizioni dei dati del monitoraggio, così da poter controllare l'evoluzione del fenomeno in modo puntuale a seguito del crollo. Sopralluoghi che sono continuati fino a oggi, quando abbiamo eseguito anche il sorvolo dell’area critica con il drone di Arpa. Questo sorvolo permetterà nei prossimi giorni di elaborare una cartografia di dettaglio ed aggiornata di tutta la zona critica. Tutte queste informazioni raccolte da Arpa sono messe a disposizione delle Autorità competenti, chiamate poi a decidere le misure da attuare, misure che in questo caso hanno comportato la chiusura della strada statale e l' evacuazione del santuario sottostante.