Riconoscimento all’archivio Trento Longaretti

Riconoscimento  all’archivio   Trento Longaretti

Riconoscimento all’archivio Trento Longaretti

Importante riconoscimento per l’Archivio Trento Longaretti, che contiene, oltre alla corrispondenza personale, un prezioso giacimento culturale del grande artista bergamasco, uno dei massimi pittori italiani del Novecento, per 25 anni docente della Scuola di Pittura all’Accademia Carrara (è stato anche conservatore della Pinacoteca), nato nel 1916 e morto nel 2017. La soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia, sotto l’egida del Ministero della Cultura, ha infatti decretato l’Archivio Trento Longaretti, che ha sede in via Borgo Canale 23, in Città Alta, a Bergamo, “di interesse storico e culturale particolarmente importante“. Tra le preziose carte, un lungo affresco dell’arte del ‘900 e la grande storia, dagli anni della guerra a quelli liberi dedicati alla pittura fra le mura dell’amata Città Alta. L’archivio dell’artista è da tempo oggetto di un intervento di riordino da parte della Fondazione Legler che sarà completato entro fine anno e potrà essere consultato e studiato con modalità stabilite dall’Associazione Trento Longaretti. Il compendio “Trento Longaretti“ è costituito da una biblioteca di circa 2mila volumi, in prevalenza libri d’arte, che si aggiungono a cartellette e faldoni sulle mostre personali, altri che documentano opere pubbliche civili e religiose realizzate da Longaretti, schedari, rassegne stampa, numerosi quadri. Ben 19 i faldoni di corrispondenza personale (con artisti) e di lavoro (con il cardinale Carlo Maria Martini). Altrettanto corposa la documentazione che riguarda il periodo di direzione e insegnamento all’Accademia Carrara, il materiale fotografico e l’apparato composto da medaglie, targhe e riconoscimenti: Grande Ufficiale al merito della Repubblica, Onorificenza dell’Ordine di San Gregorio Magno. Intanto l’associazione Trento Longaretti ha già avviato due iniziative: una mostra dedicata all’artista che si aprirà il 22 aprile a Cannobio (Novara) e un progetto editoriale che dovrà sfociare nella pubblicazione dei diari di Longaretti.

Michele Andreucci