Record di frontalieri in Ticino: 75mila

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Nonostante la crisi continua ad aumentare il numero dei frontalieri che nella prima metà del 2022 hanno trovato lavoro in Canton Ticino. Secondo i dati diffuso dall’Ufficio federale di statistica nel periodo che va da aprile a giugno i lavoratori italiani impiegati in Canton Ticino con il permesso G sono stati 75.795, in aumento dell’1,3% rispetto al primo trimestre del 2022, pari a 1.020 lavoratori in più. Un aumento netto anche rispetto al 2021 con un balzo in avanti del 3,4%. A buon diritto si può dire che il primo datore di lavoro dei lombardi è il Canton Ticino dove gli stipendi, nonostante la crisi, continuano a essere “pesanti“ a volte pari a doppio se non addirittura il triplo a parità di mansione rispetto all’Italia. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina la busta paga è ulteriormente lievitata per effetto del super franco che ha raggiunto di fatto la parità di cambio con l’euro, individuato come valuta rifugio dagli investitori internazionali.

L’aumento dei lavoratori stranieri non è limitato al solo Canton Ticino, ma interessa tutta la Svizzera dove la manodopera straniera rappresenta il 6% degli occupati, pari a oltre 370mila persone. Gli italiani non sono gli unici a emigrare per poter lavorare, al primo posto infatti ci sono i francesi con 206mila lavoratori, seguiti dai nostri connazionali che toccano quota 87mila. Oltre al Canton Ticino la maggior parte dei frontalieri lombardi è occupato nel Canton Grigioni, destinazione soprattutto dei lavoratori della provincia di Sondrio. La gran parte dei lavoratori stranieri presenti nella confederazione è impiegata nel settore terziario (251mila). Dagli uffici di statistica impegnati nella rilevazione è stato considerato anche l’andamento degli ultimi 5 anni: "Per questo periodo si è registrato che il numero di frontalieri è aumentato da 318 000 nel 2° trimestre 2017 a 370 000 nel 2° trimestre 2022, il che corrisponde a un incremento del 16,1%", scrive l’Ufficio federale di Statistica.

Naturalmente la notizia non ha fatto felici tutti, tra i più contrari c’è la Lega dei Ticinesi che già un paio di settimane fa, quando è caduto il Governo Draghi, suggeriva di disdire la convezione dei lavoratori in vigore del 1974. "La caduta del Governo fa di nuovo saltare i tempi della ratifica del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri - spiega il consigliere nazionale Lorenzo Quadri - Le nuove regole sulla fiscalità dei frontalieri non potranno entrare in vigore il primo gennaio del 2023, contrariamente a quanto Roma ha a più riprese promesso. Chiederò di sospendere l’accordo del 1974".

Roberto Canali