Poggiridenti, la Rigamonti bresaole si allarga: nuovo stabilimento e assunzioni

Al vaglio anche terreni a Mazzo di Valtellina

bresaola di Valtellina igp

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Poggiridenti, 8 maggio 2019 - Oltre alle trenta assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori impiegati con contratti di somministrazione e premi aziendali per i dipendenti, c'è un altro segnale della crescita del salumificio Rigamonti: l'ampliamento dello stabilimento per la creazione di un magazzino automatizzato e nuove linee di affettamento. «Abbiamo in programma l'ampliamento di circa 6000 -7000 metri quadri per investire nei prodotti affettati, ma ancora non sappiamo dove avverrà», conferma Claudio Palladi, amministratore delegato della società del gruppo brasiliano Jbs. Al vaglio ci sono Poggiridenti (in tal caso l'espansione interesserebbe l'ex stabilimento di acque minerali e bevande) e Mazzo di Valtellina dove lo storico salumificio ha insediamenti produttivi. Su entrambi i comuni «abbiamo opzionato terreni/immobili e c'è stata l'interlocuzione con le amministrazioni comunali».

A decretare quale delle due alternative sia migliore sarà l'analisi di fattibilità che l'azienda ha affidato a uno studio. «Concluso lo studio stabiliremo il da farsi che dipenderà anche dalla disponibilità che troveremo nei comuni. Anche se i primi incontri sono stati positivi, non possiamo dimenticare che di mezzo ci sono le elezioni», prosegue. Magari cambieranno l'interlocutori, ma la volontà di ampliare resta e, come anticipato, è legata al buon andamento della realtà produttiva e del comparto: «stiamo vivendo un momento positivo e dobbiamo pensare a come e reggere l’aumento delle vendite». Dall'efficiente lavoro del settore bresaole, sotto l'egida del Consorzio di tutela, e dall'ottima risposta del mercato deriva una crescita che, a livello interno, consente lo sviluppo occupazionale. Ad oggi i lavoratori «sono 200, di cui 155 fissi e altri fornitori di servizio o interinali. L'obiettivo è aumentare il numero complessivo di occupati», prosegue.

È un onda che va avanti dal 2016 e che ha spazzato via i residui della crisi che nel 2013 ha colpito l'azienda, comportando 104 mobilità. Che le cose andassero per il verso giusto l'avevano dichiarato anche i sindacati in assemblea. Alla base dello sviluppo ci sono le novità nel reparto affettatura di montagna. L’introduzione di un nuovo modello di organizzazione, tre turni di sei ore dal lunedì al sabato, si traduce in assunzioni a tempo indeterminato di 30 unità entro il 2021, in scaglioni da 10. Altro capitolo è quello del premio aziendale non connesso al risultato. Le cifre dell’intesa, frutto dello scambio tra azienda e lavoratori, variano a seconda del livello del dipendente e interessano gli assunti prima del 2013. Riguarda invece tutti, e nel caso dei lavoratori in servizio prima della crisi si somma al primo, un secondo premio connesso a parametri come ore lavorate, margine operativo lordo, presenze, produttività.