Piuro, spuntano colonne e fregi nella Pompei delle Alpi

Sono resti di un palazzo del Rinascimento andato perduto dopo la frana. I reperti emersi dagli scavi per mettere in sicurezza l’area della "Cantina del Piocc"

Gli scavi regalano ancora pezzi di storia dell’antica Piuro

Gli scavi regalano ancora pezzi di storia dell’antica Piuro

Piuro (Sondrio) - Non smette di riservare sorprese a studiosi e archeologici Piuro, la "Pompei delle Alpi" dove ieri nel corso di una serie di scavi per mettere in sicurezza l’area della "Cantina del Piocc" sono spuntate colonne e fregi di grande valore artistico appartenenti, si ritiene, a un palazzo del Rinascimento andato perduto. Erano in corso dei terrazzamenti per la messa in sicurezza dell’area quando sono emersi una colonna in pietra finemente decorata oltre a elementi in arenaria scolpita di cui uno rappresentante un volto femminile, rassomigliante ai volti della sala delle cariatidi di Palazzo Vertemate

. "Questa prima opera di messa in sicurezza dell’area di scavo e delimitazione delle strutture sepolte – spiega Mattia Cantatore dell’Università di Verona - si sta rivelando particolarmente proficua, non solo per il rinvenimento di pezzi di indubbio valore estetico, ma anche perché sta consentendo di aprire una finestra sugli edifici presenti nel 1618 e sulle loro caratteristiche. In particolare se si dovesse confermare che gli elementi rinvenuti facessero parte della cosiddetta "Cantina del Piocc", il fabbrico sarebbe di maggior pregio di quanto preventivato".

A confermare l’eccezionalità dei ritrovamenti il funzionario della Soprintendenza archeologica della Lombardia, Stefano Rossi: "Questi nuovi ritrovamenti confermano l’assoluta eccezionalità del contesto archeologico di Piuro nel panorama alpino. Diventa ora sempre più urgente trovare le risorse per valorizzare questo importante patrimonio e renderlo fruibile al pubblico con una modalità che sappia dare forma alle tante storie riportate alla luce da oltre sessant’anni di ricerche".

In base alle prime ipotesi gli elementi appena ritrovati risalgono a un edificio risalente al periodo rinascimentale, a cavallo quindi tra il XVI e in XVII secolo. L’ennesima conferma dell’importanza di Piuro che era un crocevia di commerci, legati all’estrazione e la lavorazione della pietra ollare, fin dai tempi dei Romani. Nel corso della campagna di scavi che si sono svolti l’estate scorsa, il professor Fabio Saggioro dell’università di Verona, al Mot al Castel, aveva ritrovato sepolture databili verso la fine del IV secolo.