Auto contro i mercatini, Bordoni in cella a Sondrio

Il trasferimento dopo le richiese del suo avvocato

Michele Bordoni,  27enne di Poggiridenti, fra gli agenti

Michele Bordoni, 27enne di Poggiridenti, fra gli agenti

Poggiridenti, 1 aprile 2018 -  Il suo avvocato lo chiedeva da tempo, soprattutto dopo che il giovane è stato picchiato per due volte nel carcere di Monza. E ieri mattina Michele Bordoni, il 27enne di Poggiridenti che sabato 9 dicembre è entrato con l’auto in piazza Garibaldi a Sondrio ed è piombato sui passanti, investendo quattro persone, è tornato a Sondrio, nella Casa circondariale di via Caimi. Dopo l’episodio che è costato al valtellinese l’arresto e la pesantissima accusa di strage, Bordoni era stato inizialmente rinchiuso nel carcere sondriese, per poi, a fine anno, essere trasferito a Monza, struttura ritenuta più adatta, anche per la presenza di una struttura medica, alla detenzione di un uomo accusato appunto di strage e con problemi di tipo psichiatrico.

Poi, dopo due drammatici episodi (a seguito di violente liti con altri detenuti aveva riportato lesioni) l’avvocato Francesco Romualdi ha iniziato a presentare istanze di trasferimento a Sondrio, anche per permettere al giovane di essere più vicino alla famiglia. Un trasferimento, però, che fino a pochi giorni fa sembrava difficile. Invece, nell’ultimo periodo, e in particolare dopo l’udienza per conferire allo psichiatra Mario Lanfranconi di Lecco l’incarico di effettuare la perizia psichiatrica in sede di incidente probatorio, qualcosa è cambiato. Bordoni, apparso evidentemente provato dalla detenzione, ma anche probabilmente dalla massiccia quantità di farmaci che gli venivano somministrati nella struttura medica del carcere monzese, aveva chiesto al gip, Carlo Camnasio, di farlo tornare a Sondrio. Il gip non aveva l’autorità per disporre il trasferimento, chiesto, ancora una volta, all’Amministrazione penitenziaria. Grazie anche all’ok dato dal pm Stefano Latorre, e dalla direttrice del carcere sondriese, Stefania Mussio, il Provveditorato regionale ha acconsentito a trasferire il 27enne in via Caimi. E ieri mattina ha fatto ritorno in Valtellina. «Ora non è più imbottito di farmaci ed è più presente» assicura chi ha avuto la possibilità di incontrarlo. Il 15 maggio è in programma l’udienza di discussione della perizia psichiatrica.