Persecuzioni senza fine. Condannato ai lavori sociali

Ventisei mesi di reclusione convertiti in mille ore

Persecuzioni senza fine. Condannato ai lavori sociali

Persecuzioni senza fine. Condannato ai lavori sociali

L’obiettivo dei suoi comportamenti assillanti era sempre lo stesso: convincere la sua ex a riprendere la loro relazione. Così Marco Mancini, 48 anni di Mozzate, per mesi l’ha seguita, le ha inviato sms e mail, lasciato biglietti sul parabrezza dell’auto, l’ha seguita in auto e affiancata ai semafori. Senza mai essere prepotente o violento, ma in modo assiduo, incessabile e "petulante", come ha scritto il pm nelle accuse. Arrivando a chiedere di essere assunto dalla stessa azienda in cui lavorava la donna "così da imporle quotidianamente la sua non gradita presenza". Ora l’uomo ha patteggiato 2 anni e 2 mesi di reclusione per stalking davanti al Gup di Como Walter Lietti, convertiti in 1000 ore di lavoro socialmente utile, con il divieto di avvicinamento alla donna, in sostituzione degli arresti domiciliari. Misura cautelare che gli era stata già applicata un anno fa, progressivamente aggravata man mano che Mancini ignorava le prescrizioni, fino a essere portato in carcere. Un suo tentativo di avvicinare la donna era sfociato in un pestaggio da parte del nuovo compagno, che lo aveva riempito di botte. Oltre ai lividi, aveva rimediato l’ennesima contestazione di violazione del divieto di avvicinamento. Mancini rispondeva anche di un episodio di resistenza a pubblico ufficiale avvenuto a gennaio, quando aveva cercato di sfuggire ai carabinieri che volevano identificarlo, dopo che aveva lasciato un biglietto sull’auto della ex. Pa.Pi.